Nuove Frontiere sul taglio del tribunale: 'Era la nostra linea del Piave, non ha retto'
Il presidente Riccio: 'Per rilanciare Casale occorre un tavolo a cui partecipino tutte le intelligenze cittadine'
Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index
La lista civica
Nuove Frontiere, attraverso il presidente Alberto Riccio, si esprime sul
recente taglio, deciso dal ministro della Giustizia Paola Severino, del
tribunale di Casale, destinato ad essere accorpato con quello di
Alessandria. “Tanto tuonò che piovve- scrive Riccio –! E così Casale
Monferrato si appresta a perdere l’ultima istituzione che le era
rimasta: il tribunale. Il Tribunale era la “linea del Piave”, ma questa
volta non ha retto. La scure della “spending review” del governo Monti
si è abbattuta anche sulla Giustizia, oltre che sulla sanità, pubblico
impiego, ecc.”
“Trenta/quarant’anni di mancate riforme
(o timidissime) da parte dei vari governi, di qualsiasi colore, che si
sono succeduti alla guida del paese, hanno portato il paese stesso, ad
un passo dal baratro, quasi verso il dissesto, per cui abbiamo dovuto
affidarci al governo tecnico dei “professori”, che sta adottando
l’attuale cura “da cavallo”, mentre con un po’ di buon senso e buona
politica, si poteva iniziare in precedenza a fare qualche sacrificio, a
prendere con gradualità alcune medicine , al fine di evitare l’attuale
così traumatica cura chirurgica”.
“Ma si sa che in Italia le riforme utili
per il paese, sono impopolari, c’è il rischio di far perdere il
consenso elettorale, quindi è meglio, semmai, sbandierarle, ma lasciarle
in un cassetto, che le facciano altri ed ora siamo arrivati al
capolinea”.
“Casale perde il Tribunale, al pari di altre città piemontesi (Tortona, Novi Ligure, Acqui, ecc.)”.
“Però qualcuno è riuscito a farla
franca; alludo al caso di Chivasso che aggregandosi con l’alleata Ivrea,
hanno mantenuto il Tribunale (dicono che si siano mossi i politici e le
lobby del capoluogo che non volevano accentrare a Torino quelle
attività giudiziarie). Ma anche in altre realtà del Centro Sud (esempio:
Spoleto, Barcellona, ecc.) i Tribunali non sono tutti saltati”.
“Qualche caso è anche paradossale:
Sanremo, Tribunale costruito ex novo, considerato il più efficiente e
produttivo della Liguria, viene accorpato ad Imperia, meno efficiente e
più piccolo – il Tribunale di Castrovillari, pressoché ultimato (costo
di 12 milioni di euro circa) verrà accorpato a Cosenza”.
“Per quel che conosco il Tribunale di
Alessandria, mi chiedo come possa supportare e reggere l’impatto con
l’accentramento delle attività degli altri tribunali soppressi della
provincia”.
“Il nostro Ordine degli Avvocati di
Casale, con il supporto anche di altri ordini professionali cittadini,
si è mosso, in modo molto attivo, anche con coerenti proposte operative
alternative alla chiusura (buona l’ipotesi della circoscrizione
giudiziaria Chivasso-Casale, che ripercorreva un pezzo di storia con le
due capitali del marchesato del Monferrato), ma non c’è stato nulla da
fare (chissà se, a suo tempo, lo stesso Ordine degli avvocati si fosse
battuto con lo stesso ardore per la corte di Appello a Casale, se
l’epilogo fosse stato questo)”.
“Si era fatto leva anche sul processo
Eternit, con la sua vasta eco mondiale, per preservare il Tribunale,
anche come ristoro dai danni che la città aveva subito e subisce
tuttora; il Tribunale di Casale poteva essere il centro giudiziario di
riferimento in ordine ai risarcimenti e perché no, prevedere un centro
specializzato contro i danni ambientali (anche Alessandro Lanteri,
presidente di MON.D.O. lo aveva proposto durante un dibattito in un
recente Forum dell’associazione Nuove Frontiere), tutto è stato vano”.
“Taluni si aspettavano una più ferma
presa di posizione da parte di altre associazioni, anche di categoria, a
favore del tribunale, e il dramma dell’amianto, con i relativi
aspetti risarcitori, agli onori della cronaca, visto il grande
“audience” internazionale che ha avuto, forse poteva essere una potente
leva nel perorare maggiormente la causa del ns Tribunale”.
“Tutto inutile, il “ristoro” alla città “martire”, con il tanto auspicato mantenimento del Tribunale, non c’è stato”.
“Casale poco tempo fa aveva perso
un’altra importantissima istituzione in campo sanitario, l’ASL autonoma.
Anche qui, vale la pena di soffermarsi brevemente sulla sua parabola
storica. Nel 1939, l’ospedale di Casale Monferrato viene inaugurato
solennemente dal Capo del Governo in persona. Negli anni 70, con la
legge Mariotti, l’ospedale di Casale viene classificato tra gli “enti
ospedalieri provinciali” (come l’ospedale di Alessandria). Vengono
istituite, tra l’altro, modernissime unità di terapia intensiva
(rianimatoria e cardiologica), il sottoscritto, allora, lavorava
all’ospedale Molinette di Torino e posso assicurare che il ns ospedale
godeva di buona fama”.
“Con la riforma sanitaria e l’avvio del
Servizio Sanitario Nazionale, Casale continua a mantenere la propria
autonomia, dapprima con l’USSL 76 e successivamente con l’ASL 21”.
“Anni fa, con la riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, ancorché la legge regionale prevedesse la possibilità per le province con più di 400.000 abitanti, di costituire una o più aziende sanitarie locali (e la provincia di Alessandria rientrava in questi parametri) venne deciso (d’accordo la Provincia e il Comune di Alessandria) di fare una unica ASL provinciale, l’ASL AL (con sede, o meglio “targa” a Casale)”.
“Anni fa, con la riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, ancorché la legge regionale prevedesse la possibilità per le province con più di 400.000 abitanti, di costituire una o più aziende sanitarie locali (e la provincia di Alessandria rientrava in questi parametri) venne deciso (d’accordo la Provincia e il Comune di Alessandria) di fare una unica ASL provinciale, l’ASL AL (con sede, o meglio “targa” a Casale)”.
“Ma anche in questo caso, nell’ambito
della regione Piemonte, qualcuno, nella fattispecie la provincia di
Cuneo, forse con maggior lungimiranza, attenzione al territorio ed
acume politico (con il consenso di tutti gli schieramenti), si accorda
nel costituire due ASL, nell’ambito provinciale, e vengono costituite le
Asl di CN1 (Cuneo) e CN2 (Alba e Bra); in buona sostanza Cuneo rispetta
Alba, la sua seconda città della provincia; cosa che Alessandria
sembra non voler fare nei confronti di Casale”.
“Vedremo ora cosa succederà e come si
posizionerà Casale, con la provincia allargata ad Asti e con Alessandria
che potrebbe essere capofila, ancorché con il Comune in stato di
dissesto”.
“Un altro dato preoccupante è il calo
demografico della ns città iniziato dagli anni settanta e non
controbilanciato dagli immigrati, ora siamo circa 36mila residenti, ma,
in precedenza, abbiamo toccato anche i 46 mila residenti. Alla luce di
quanto sopra, si può essere ancora cautamente ottimisti sul futuro della
nostra città? Difficile esserlo, ma un detto latino recita “spes ultima
dea”.
“Siamo ormai in uno stato precomatoso,
teniamoci pronti tra non molto, a subire una ulteriore pesante
svalutazione del patrimonio immobiliare cittadino (come se non bastasse
l’IMU che stiamo pagando), settore immobiliare peraltro già asfittico”.
“Per tentare di arginare il declino
della ns città, a mio giudizio, occorre che tutte le “intelligenze” dei
vari profili professionali, imprenditoriali, delle varie associazioni di
categoria, ecc. che sono rimaste e che abbiano voglia di mettersi in
gioco, si siedano spontaneamente ad un tavolo per discutere,
convogliare e per far emergere idee e proposte sul futuro della città,
allargato al suo vicino territorio monferrino e di un suo possibile
rilancio”.
“Tutto ciò potrebbe essere anche di
ausilio all’attuale classe politica locale e a quella che verrà. Questo
è l’appello che mi sento di fare, bisogna uscire da questo clima
soporifero, di torpore e di cloroformio che sembra stia attanagliando
gran parte dei cittadini casalesi, al fine di trovare un ultimo
disperato scatto di orgoglio. Potrebbe essere l’ultima “chance”, prima
del definitivo, irrimediabile, irreversibile, definitivo declino”.
Redazione On Line
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