domenica 27 aprile 2008

Precisazioni dopo i riferimenti pubblicati su Il Monferrato al probabile candidato Sindaco

Egr dr. Marco Giorcelli
Direttore “Il Monferrato”
Con riferimento ad indiscrezioni sulle future elezioni amministrative, riportate dal vs. giornale, circa una possibile candidatura di Massimo Debernardi a Sindaco per Nuove Frontiere, l’associazione precisa di non aver ancora iniziato alcuna discussione in merito alla individuazione del Candidato Sindaco.
Tanto era doveroso precisare per una corretta informazione.
Ringrazio per l’ospitalità e porgo i migliori saluti
Alberto Riccio
(Presidente Associazione Nuove Frontiere per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato)

mercoledì 16 aprile 2008

TURISMO MONFERRINO.

TURISMO MONFERRINO.
Non è campanilismo: è realtà storica di assoluta attualità. Sede Asl
Casale Monferrato, 16 aprile 2008
Come “Nuove Frontiere”, Associazione per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato, abbiamo fin dalle origini insistito molto sull’identità monferrina e sull’orgoglio che dovremmo sentire in particolare come Casalesi, essendo stati per secoli Capitale del Marchesato e poi del Ducato di Monferrato e quindi sull’importanza di recuperare le nostre radici storiche.
Non è affatto solo velleità culturale, ma è una questione che ha importanti ripercussioni socioeconomiche, come dimostrano i tentativi di impossessarsi del “marchio territoriale” di Monferrato da parte di soggetti estranei al Monferrato stesso. Si tratta di abusi ed appropriazioni indebite più volte denunciate dalla nostra associazione, che rischiano di deviare gran parte del turismo dalle nostre zone ad altre estranee o comunque marginali al Monferrato: i risultati sono sotto gli occhi di tutti, e noi come Area Casalese, rischiamo di rimanere sempre più isolati ed emarginati, pur essendo storicamente i legittimi detentori dei diritti.
Basterebbe anche solo leggere i giornali locali o fare una ricerca in Internet per rendersi conto di come la nostra denuncia sia più che fondata. Quando arrivano i turisti richiamati da qualche iniziativa che sfrutta il richiamo del Monferrato, quasi sempre sono dirottati altrove e non toccano il territorio del Monferrato casalese e l’ex Capitale Casale Monferrato, ma al più li sfiorano. Come mai? Dobbiamo desumere che coloro che lavorano per promuovere il turismo a livello casalese siano isolati, non sappiano coordinarsi o siano boicottati e penalizzati? Oppure siano incompetenti e passivi?
Il progetto Turismo Monferrino va affrontato in modo serio con la consapevolezza delle sicure ricadute sul territorio.
L’alessandrinizzazione del turismo monferrino deve cessare. Nuove Frontiere promuoverà Casale Monferrato come leadership del suo territorio diffidando chiunque che, abbagliato dello slogan “ vedere in grande “, continui a svendere il nostro Comprensorio !
Quindi riappropriamoci del diritto di fruire ed usufruire del marchio territoriale di Monferrato, dimostriamo fierezza di essere monferrini e casalesi e puntiamo su un turismo che si concili con le grandi qualità e le grandi tradizioni storiche del nostro territorio. Evitiamo sterili polemiche, mistificazioni e soprattutto l’indifferenza che è la morte della nostra identità e predisponiamoci ad agire con determinazione e fierezza.
Quanto alla vicenda sempre più grottesca della Sede della Asl Unica, Nuove Frontiere è intervenuta più volte sostenendo l’esigenza e la fondatezza delle due Asl provinciali ( di cui una a Casale Monf.to ). La Presidente della Regione Mercedes Bresso indicò come sede di Asl unica la città di Casale Monferrato ed i 45 Sindaci del Monferrato Casalese alla unanimità l’accettarono.
Quindi le disquisizioni bizantineggianti se non offensive verso la nostra città di Casale Monferrato, dirette a vanificare degli accordi intervenuti, non debbono più proseguire oltre, altrimenti la Regione Piemonte ci ridia la nostra Asl 21.
Vista l’importanza, sul tema Sanità ed Asl, ritorneremo fra breve.
Casale Monferrato, 16 aprile 2008
Il direttivo di “Nuove Frontiere”

sabato 12 aprile 2008

E’ arrivata la notizia che la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha indicato in Casale Monferrato la sede dell’ASL provinciale

Casale Monferrato, Giugno 2007
“Tanto tuonò che piovve!”. E’ arrivata la notizia che la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha indicato nella città di Casale Monferrato la sede dell’ASL provinciale unica.
Orbene se tali scelte hanno una certa logica e devono essere motivate su determinati requisiti e parametri i più possibili oggettivi, bisogna affermare che nella fattispecie lo possono essere.
Infatti, nell’ambito della provincia di Alessandria, la struttura sanitaria più importante come numero di risorse umane e tecnologiche utilizzate é senza dubbio l’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (tralasciando ovviamente l’Ospedale civile SS.Antonio e Biagio con di Alessandria che é Azienda Ospedaliera e quindi azienda autonoma dal resto dei presidi ospedalieri della provincia di Alessandria) e quindi questo aspetto ha maggior rilievo sotto il profilo sanitario rispetto alla semplice circostanza che Alessandria é il capoluogo di provincia.
Pertanto l’indicazione di Casale é pertinente e coerente, semmai ci si può lamentare come tale indicazione sia pervenuta solo ora.
Con tale scelta il ruolo della città di Casale ne uscirebbe rafforzato, potrebbe essere un primo segnale importante di arresto del declino della nostra città e la base di partenza per un suo rilancio graduale.
Aspetto decisivo e fondamentale della scelta della sede della ASL Provinciale a Casale é il mantenimento dell’unità del territorio, con ciò si eviterebbe la disgregazione del territorio del Monferrato Casalese, in cui recentemente si notava qualche piccola crepa.
Come già ben e lucidamente evidenziato anche da codesto giornale,il rafforzamento del ruolo della città di Casale avrebbe ricadute positive su altri fronti, in primis la difesa del tribunale e successivamente il rilancio dell’ipotesi della Corte di Appello..
In tale contesto si potrebbero riprogettare varie iniziative turistiche, storico-culturali, ecc., tese a rendere coeso il territorio, nonché politiche di difesa ambientale.
La situazione che si sta venendo a creare é emblematica nel dimostrare che quando ci si batte decisamente, con l’apporto anche della società civile, determinati risultati si può sperare di ottenere.
L’associazione Nuove Frontiere si ritiene complessivamente soddisfatta di aver sensibilizzato i cittadini casalesi e monferrini, su questo aspetto, e fatto da pungolo e da stimolo alle forze politiche.
Peraltro le perplessità sulle difficoltà di gestione di una unica azienda sanitaria provinciale, che anche questa associazione aveva sollevato, permangono tutte.
Difficoltà legate alla gestione di ben sei ospedali (Casale Monferrato, Valenza, Tortona, Novi Ligure, Ovada ed Acqui), con un organico di personale di circa 4.000 dipendenti, con una popolazione di circa 430.000 assistiti ed un’affollatissima assemblea di sindaci (circa 190 comuni).
D’altronde, sull’ipotesi della sede ASL a Casale, si stanno già levando le proteste alessandrine e di alcune rappresentanze delle zone a sud di Alessandria, zone molto legate e gravitanti prevalentemente su Alessandria e che hanno pochi contatti con la nostra area del Monferrato casalese(...).
Solo per essere chiari, un residente a Novi Ligure ben difficilmente si sposterebbe a Casale per cure ed assistenza sanitaria e lo stesso capiterebbe ad un casalese che non si sposterebbe di buon grado a Novi Ligure.
In definitiva, la soluzione di due aziende sanitarie locali nella provincia di Alessandria potrebbe risultare ancora la preferibile, con il vincolo ineludibile che una azienda abbia la sede a Casale, perchè se ciò non fosse e Casale venisse “scippata”, all’ultimo momento, della sede dell’azienda sanitaria, allora si creerebbero inevitabilmente possibili altri scenari di riposizionamento geografico e riaggregazioni territoriali.
Pertanto l’Associazione Nuove Frontiere invita tutti, dalle forze politiche, ai sindaci quali rappresentanti delle comunità locali, ai singoli cittadini, a vigilare e mobilitarsi fino alla fine, con decisione e senza tentennamenti, ne va del futuro di Casale e del Monferrato.
Casale Monferrato, Giugno 2007
Alberto Riccio – Associazione Nuove Frontiere per la difesa ed il rilancio di Casale e del Monferrato

giovedì 3 aprile 2008

IN PRIMO PIANO. L'articolo qui pubblicato è stato tra quelli maggiormente recepiti a livello istituzionale locale, pur senza riconoscimenti formali

Alcune considerazione sulla gestione locale dei rifiuti
Casale Monferrato, 12 luglio 2007
Alcune considerazione sulla gestione locale dei rifiuti
Ci permettiamo come NUOVE FRONTIERE di intervenire sull’argomento che tiene banco da mesi sui giornali locali, non per aggiungere aspetti tecnici o per polemizzare, ma per fornire dei rilievi generali e funzionali che ci è parso non siano stati finora posti all’attenzione dell’opinione pubblica.
Il primo è inerente alla direzione intrapresa ormai da molti anni dall’U.E. e che l’Italia ha contribuito fattivamente fin dall’origine ad indicare ed alla quale aderisce tutt’ora (anche se ultimamente non sembrerebbe, a causa delle molteplici condanne che ha subito per inadempienze).
L’U.E. ha fornito due indirizzi chiari cui tutti gli Stati dovrebbero adeguarsi e che riguardano il nostro problema:
la trasparenza e l’accesso agli atti pubblici e la partecipazione popolare alle scelte fondamentali (quindi il diritto all’informazione e partecipazione)
il libero mercato, fondato sulla concorrenza ed una maggiore tutela dei consumatori ed utenti (competizione e garanzie di prodotto e di servizio)
Si provi a valutare come questi due indirizzi politici e strategici siano stati applicati a livello locale nella gestione dei rifiuti, in una fase delicata come il passaggio al sistema della raccolta domiciliare, il cosiddetto “porta a porta”.
Per pervenire ad una simile scelta e per poterla ben attuare, era necessario iniziare a consultare la popolazione con molto anticipo, condividere l’iniziativa o valutare alternative, con la preparazione accurata del caso, soprattutto a livello di informazione ed assistenza, in particolare considerando che la popolazione locale è soprattutto anziana, con indici di anzianità socio-anagrafica tra i più elevati al mondo: non si può non tenere conto di aspetti così importanti quando si fanno certe scelte fondamentali. Per usare le parole del Ministro Linda Lanzillotta apparse in questi giorni sui giornali " Le scelte che impattano sulla democrazia devono essere trasparenti e devono essere spiegate in ogni passaggio. Il "no" fa presa sulla paura della gente, il "sì" deve basarsi sull'utilità delle scelte positive. Con un certo ritardo, pare che la provincia di Alessandria stia correndo ai ripari avviando delle consultazioni (che si fondano appunto sulle disposizioni dell’UE poi recepite dallo Stato, cui abbiamo fatto cenno), ma a questo punto pare ovvio che grandi disagi per non dire altro, siano inevitabili: gli investimenti effettuati e gli oneri aggiuntivi per gli utenti sembrano ormai irreversibili, talchè pare improbabile che l’Amministrazione Comunale voglia ritornare sui suoi passi.

Con il secondo aspetto quello riferito al libero mercato intendiamo solo rammentare che la gestione dei rifiuti è a tutti gli effetti un servizio, e come tale può essere realizzato da qualsiasi organizzazione (pubblica o privata o mista) che sia in grado di effettuarlo. La scelta, secondo logica e convenienza, dovrebbe allora ricadere sul miglior rapporto qualità prezzo che sia riscontrabile sul mercato e quindi garantito o da un’azienda seria e operativa da tempo (collaudata), oppure da uno staff di consulenti e/o manager che abbiano maturato esperienza e qualifiche specifiche.
Quindi se per ipotesi dovessimo scoprire che sul mercato esiste un’organizzazione in grado di effettuare il servizio, supponiamo con un costo inferiore del 30%, rispetto al nostro, riscontrato direttamente in un territorio analogo al nostro come caratteristiche, perché ci deve essere impedito di cambiare il fornitore del servizio? Perché dovremmo continuare a spendere di più? Abbiamo forse stipulato un matrimonio indissolubile? Nella nostra area territoriale il mercato è monopolistico, un solo "competitor" fissa i prezzi, mentre, come auspicato anche nelle direttive comunitarie, se ci fosse la libera concorrenza con più società partecipanti alle gare, indubbiamente i cittadini avrebbero dei vantaggi economici.
Poi vi sono altri due aspetti che si possono ritenere essenziali per la predisposizione di tutti i fattori che concorrono al successo di un’iniziativa importante come questa, che nella nostra località sono stati decisamente trascurati, mentre in quella presa a riferimento e modello, cioè il bacino di Chieri, non lo sono stati.
Ci riferiamo all’aspetto" educativo" ed a quello del" controllo" e "repressivo" (quando necessario). Per realizzare il primo, ci si doveva dedicare all’educazione nelle scuole, ovviamente partendo almeno uno o due anni prima, perché è risaputo che i bambini per una loro maggiore sensibilità recepiscono prima e meglio questi messaggi di rispetto per l’ambiente ed assumono comportamenti coerenti: di conseguenza i bambini per primi esercitano una successiva pressione sui genitori e li controllano inducendoli a comportarsi in modo. Contemporaneamente o poco dopo, si sarebbe dovuto avviare una capillare e perseverante campagna informativa presso le famiglie.
Il secondo aspetto assolutamente trascurato a livello locale è il potenziamento degli organi di vigilanza. E non pensiamo a dei professionisti a pagamento, perché graverebbero sui costi del servizio, ma ci riferiamo al volontariato qualificato, per effettuare controlli a costo zero o quasi, come è avvenuto ad esempio a Chieri dove ne è stato fatto un utilizzo intenso, soprattutto nelle prime fasi di avviamento del servizio, sia a scopo di prevenzione che di repressione dei comportamenti non corretti (abbandono di rifiuti). È infatti evidente a chiunque che con il nuovo servizio di raccolta domiciliare “porta a porta” aumenterà il rischio che i rifiuti siano abbandonati sul suolo pubblico, incrementando i costi di bonifica che ricadranno sugli utenti … mentre con un valido presidio territoriale ed ambientale questi rischi si ridurrebbero. Quali iniziative sono state prese a tal proposito sul territorio casalese?
Ecco questi sono alcuni dei rilievi e delle osservazioni fondamentali per una miglior e più serena convivenza civica che ci siamo sentiti di esporre alla cittadinanza ed alle forze politiche.
Casale Monferrato, 12 luglio 2007
Direttivo di Nuove Frontiere

Chi prova a fermare il declino di Casale Monferrato?

Chi prova a fermare il declino di Casale Monferrato?
Casale Monferrato, 31/01/2008
Casale Monferrato ed il Monferrato Casalese sono sempre più assorbiti da Alessandria, al punto che si parla ormai di Monferrato Alessandrino mentre, invece, il Monferrato Alessandrino non esiste e non è mai esistito. Si parla sempre più di Monferrato Alessandrino senza che nessuno (almeno così ci risulta) faccia alcuna obiezione. Solo la Associazione Nuove Frontiere con tutta una serie di interventi sempre più pressanti, data la gravità della situazione, in modo chiaro e senza mezzi termini opportunistici, si è fatta promotrice di una Difesa e di un Rilancio del Monferrato Casalese.
Il Monferrato Casalese pressoché assorbito da Alessandria. appunto minaccia di sparire del tutto con conseguenze che è facile immaginare.
In tale attuale situazione si è fatta avanti la Provincia di Vercelli la quale, certo per interessi suoi, ha prospettato - artefice l'on. le Roberto Rosso - la costituzione di una Provincia Federata con Casale Monf.to ed il Casalese in generale. La Associazione Nuove Frontiere con un documento pubblicato sul giornale Il Monferrato di venerdì 21 settembre 2007 ha accolto subito ed in modo deciso detta proposta essendo evidente l'interesse che ha Casale Monferrato a sottrarsi al più presto alla continua assillante pressione alessandrina: con la Provincia Federata, da negoziare con Vercelli, si possono ottenere degli uffici provinciali, il sostegno della candidatura di Casale Monferrato a sede di Corte di Appello e quindi conseguentemente la difesa del Tribunale di Casale, il ricupero del Monferrato Casalese nel senso più ampio, ecc-.ecc— La Provincia Federata con Vercelli quindi avvantaggia sia Vercelli che Casale.
Ora leggiamo che il Sindaco di Asti prospetta una maxi area Asti-Alba-Casale-Acqui allargando le visioni astigiane: l'area comprenderebbe il Monferrato, le Langhe, il Roero. Asti però ha trovato, e la cosa è troppo ovvia per essere ulteriormente illustrata, il Sindaco di Casale Paolo Mascarino il quale, pur definendo il progetto "interessante" ha subito aggiunto "sempre che non interferisca con altre iniziative che ci legano ad Alessandria (ad esempio Palazzo Monferrato)". Come ben sappiamo, cittadini di Casale e del Monferrato, la città di Alessandria da poco tempo ha cambiato nome ad un suo palazzo chiamandolo, udite-udite!!, Palazzo Monferrato (nel quale svolgere una serie di attività). E' stata costituita la società Palazzo Monferrato con la quale di fatto Alessandria gestirà il business turistico legato allo sfruttamento del marchio Monferrato.
Dunque Casale Monferrato ed il Monferrato Casalese già conquistati per buona parte da Alessandria, diventano sempre più appetibili. Nuove Frontiere si sta opponendo a questi assorbimenti - diversi Comuni già facenti parte della Asl 21 di Casale potrebbero orientarsi verso Asti -, e cerca di riportare in Casale Monferrato il centro delle gestione degli interessi del Monferrato Casalese ora invece praticamente nelle mani di Alessandria. Con tutto ciò l'iniziativa di Asti è certamente interessante.
Nel Consiglio Comunale di Casale Monferrato, nessuna forza politica di nessun orientamento discute più di Corte d'Appello, non discute del progressivo annientamento di Casale Monferrato ad opera della città di Alessandria la quale domina tutta la Provincia, non discute della Istituzione in Casale dell'Archivio Storico (cioè della raccolta della documentazione di inestimabile pregio storico e attuale relativa alla nostra città: le notizie che abbiamo noi è che Casale potrebbe addirittura diventare sede di un Archivio comprendente più Province e forse più Regioni). Nel Consiglio Comunale di Casale Monferrato non si discute e non si prende nessun provvedimento riguardante i grossi temi che riguardano il nostro presente ed il nostro futuro, mentre la città continua sempre più a perdere raffrontata con le città vicine.
Abbiamo letto sui giornali che Casale Monferrato dopo 34 anni, nel 2007 ha acquistato 39 abitanti. Ma se Casale ha acquistato quel piccolo pugno di abitanti, Alessandria, Novi e Tortona - per fare un esempio - hanno acquistato nel 2007 abitanti in misura 10 (dieci) volte superiore a quella di Casale (si parla di centinaia e centinaia!): ma, cari Casalesi, queste cose non le dice nessuno!!
Sul Monferrato di venerdì 11 gennaio, Nuove Frontiere, ha chiesto che la Regione adempia all'obbligo assuntosi dalla Presidente Mercedes Bresso di istituire in Casale la sede dell'Asl unica. Ricordiamo che il Sindaco Paolo Mascarino disse: "E' un riconoscimento per la città e le conferisce un ruolo nuovo."
Noi, di Nuove Frontiere, ci rivolgiamo a quei cittadini casalesi che la pensano come noi ( e confidiamo siano in tanti ) ed anche a quelli che non la pensano come noi, affinché tutti vogliano valutare se le cose che diciamo siano nel giusto.
Casale Monferrato, 31/01/2008
Per Nuove Frontiere, il Presidente Gian Carlo Curti

Hospital e territorio. Ridare la degenza a Pediatria

Hospital e territorio. Ridare la degenza a Pediatria
Casale Monferrato, 18/01/2008
Hospital e territorio. Ridare la degenza a Pediatria
Si parla molto in questi ultimi tempi di ASL nella nostra provincia ed ovviamente: sul Monferrato di venerdì scorso a pag 7, è stato pubblicato un nostro documento in merito alla questione “ Sede dell’Asl “
Ciò che preoccupa anche ed in modo particolare è l’Ospedale S.Spirito, uno degli ospedali meglio impostati ed attrezzati del Piemonte…fino a qualche lustro addietro. Nell’arco di questi ultimi 10/15 anni , vi è stata una caduta libera del nostro nosocomio verso un progressivo ridimensionamento e indebolimento:la riduzione drastica dei posti letto con conseguente accorpamento dei reparti prima indipendenti e ora forzatamente aggregati ad altri pur non avendo nulla in comune,il provvedimento regionale dell’estate scorsa di declassare il laboratorio analisi (a proposito il provvedimento di cui non si sa più nulla è stato revocato e/o modificato?), la riduzione del personale infermieristico , la situazione in cui versa la divisione di medicina, il dispendioso rifacimento e spostamento di strutture senza un piano organico di ristrutturazione ed altri fattori sono certamente tra le cause principali del progressivo decadimento. E tutto questo in base al principio imperante della ‘razionalizzazione’ delle strutture del presidio Ospedaliero. Ma che tipo di razionalizzazione è mai questa? Non è forse solo finalizzata al disfacimento e al depotenziamento di strutture già di per sé egregiamente funzionanti a vantaggio di altre che fino a pochi anni fa o non esistevano o avevano un’importanza molto limitata?.
Emblematico è il caso del reparto di pediatria: è stato chiuso nel 2001 quando era perfettamente funzionante e contava ben 20 posti letto. Ora nell’anno 2007 le nascite a Casale Monf:to sono state 607, superiori a tutti gli altri Ospedali della provincia dopo Alessandria, anche se per motivi contingenti non è stato possibile praticare con una certa continuità il parto indolore. Ma da noi il reparto di pediatria è chiuso, mentre in altri ospedali della provincia con minor numero di nascite, il reparto di pediatria c’e ed è aperto. E’ questa la razionalizzazione? Oltretutto mancando la degenza pediatrica, gli specialisti disposti ad esercitare in un nosocomio senza possibilità di ricoverare i piccoli pazienti per tenerli in osservazione e poter espletare gli esami più importanti, sono sempre meno. In questo modo anche il reparto di neo-natologia corre il rischio di essere chiuso. A chi dobbiamo dire… grazie?
Questa drammatica situazione si riflette anche sui MMG (medici di medicina generale) che operano sul territorio. Nel nostro Monferrato Casalese sul territorio opera un congruo numero di medici di base, affiancato da un servizio infermieristico dell’Asl e un servizio socio-sanitario comunale. In caso di necessità il MMG può attivare l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) che prevede l’intervento di diverse figure professionali (medico, infermiere professionale,fisioterapista, assistenti socio-sanitari, ect.). Ma questo gruppo di infermieri è composto da un numero di unità non adeguato alle necessità: due fisioterapiste per 27 comuni,10 infermiere professionali per il distretto 1, che comprende oltre alla città di Casale Monf.to anche Balzola, Villanova, e Coniolo, e cinque infermiere per tre sub-distretti.
Ma non basta la preparazione e la buona volontà che peraltro sono indispensabili; è necessaria anche una disponibilità da parte dei responsabili a potenziare un servizio che con le dimissioni sempre più precoci degli ammalati dagli ospedali, è diventato un servizio sempre più importante, addirittura essenziale. Lo staff di infermieri domiciliari molto efficienti e preparati hanno un carico di lavoro eccessivo: ognuno di essi assiste ogni giorno 15-16 pazienti a domicilio, senza contare i prelievi (sempre a domicilio): otto ore praticamente senza un attimo di respiro. Il potenziamento di questo servizio a suo tempo richiesto, non è mai stato effettuato. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione questo servizio, già oggi essenziale, diventerà ancora più importante ed è pertanto necessario che venga potenziato inserendolo in un piano organico di ristrutturazione.
Si rende poi quantomeno fortemente opportuno che il primo e più importante punto di riferimento cioè l’Ospedale S.Spirito, che, con le attrezzature di cui dispone nel suo complesso ‘ancora oggi’ e le relative consulenze specialistiche, permette di avere delle diagnosi in tempo reale, avesse anche un poliambulatorio centralizzato, punto di riferimento ed espletamento di tutte le visite ambulatoriali. Si richiedono quindi progetti utili per venire incontro alle esigenze della gente; progetti che potranno essere varati se vi sarà una specifica e decisa volontà in tal senso. Se un domani, per fare un esempio estremamente importante e significativo non avremo più un laboratorio in grado di effettuare esami anche di una certa delicatezza, se non avremo più dei reparti di degenza in grado di tenere i malati in osservazione il tempo minimo indispensabile per il necessario svolgimento degli accertamenti ,se non avremo più attrezzature di un certo livello e se conseguentemente anche gli specialisti se ne andranno perché non più in grado di svolgere il loro lavoro correttamente supportati da strumentazioni e infrastrutture adeguate, a chi ci si rivolgerà per avere una consulenza, un consiglio, una eventuale diagnosi particolarmente difficile e/o complessa? Si sarà costretti a rivolgerci a strutture ospedaliere sempre più lontane.
Come si vede i punti le questioni ed i punti sono molti, ma la salute dei cittadini e le prospettive sempre più incerte che si stanno rovesciando sul nostro territorio ( e non solo nel campo della sanità ), impongono non solo riflessioni o lamentazioni, ma decisioni ed interventi.
Casale Monferrato, 18/01/2008
Associazione NUOVE FRONTIERE per la Difesa ed il Rilancio di Casale ed il Monferrato

Azienda Unica. La sede a Casale! O ci ridiano l'Asl

Azienda Unica. La sede a Casale! O ci ridiano l'Asl
Casale Monferrato, 11/01/2008
La Associazione Nuove Frontiere è intervenuta più volte sul problema della Asl 21 di Casale e della Sanità in genere. Su il Monferrato del 11 maggio 2007, essendo in piena bagarre su chi sosteneva la persistenza della Asl 21 di Casale e su chi invece sosteneva l’accorpamento delle tre Asl della provincia con sede unica in Alessandria, Nuove Frontiere scriveva che occorreva battersi decisamente per la difesa della nostra Asl 21 invitando pertanto sia i politici sia la cittadinanza a tale difesa e che ciò doveva essere una vittoria di tutti i monferrini.
Improvvisamente giungeva la dichiarazione della Presidente Presso riportata da vari giornali circa la ubicazione della sede della Asl unica. Così sul Monferrato del 22 giugno si è letto che “ la presidente della Regione Mercedes Presso ha aperto a sorpreso nuovi scenari sulla questione sanità indicando Casale, anziché Alessandria, come possibile sede della Asl unica provinciale”. Sullo stesso numero del Monferrato del 22 giugno, il sindaco Paolo Mascarino, soddisfatto, dichiarava:” E’ un riconoscimento per la città e le conferisce un ruolo nuovo”.
Su Il Monferrato del 29 giugno in prima pagina:” Sede Asl a Casale” e più sotto “ I Sindaci:” sì” alla Presso.Voto all’unanimità: Adesso aspettiamo i contenuti”. I Sindaci erano i nostri sindaci che avevano sostenuto il permanere della nostra Asl e che ora, di fronte alla dichiarazione della Presso, accoglievano quanto da lei affermato. Ancora sul detto numero del 29 giugno del Monferrato in pagina interna a caratteri cubitali veniva scritto:” I Sindaci: Sì alla Bresso. Approvato ieri alla unanimità il documento che accoglie la proposta regionale della Asl unica provinciale a Casale”.
Passata la festa gabbato lo Santo? Vedremo! Sta in fatto che la sede della Asl non è stata ancora approvata né meno che mai a Casale. Ma, quello che è ancor più grave, è che dovrà ora essere convocata la conferenza dei 190 Sindaci dell’intero territorio della Provincia che dovrà votare per la scelta definitiva della sede. Orbene i Sindaci nostri ( compreso il Sindaco di Casale Monferrato ) che, per svariati motivi e tutti validi, avevano sostenuto la necessità che l’Asl 21 di Casale continuasse ad esistere ed i politici casalesi egualmente favorevoli, perché nulla dicono al riguardo?
Perché non fanno presente che l’Asl Unica Provinciale era stata accettata con la contropartita che Casale Monferrato fosse la sede? Su questo non si dovrebbe più discutere, anzi non si deve più discutere. Se si discute, allora si ridiscuta tutto il problema e si sostenga di ritornare alla nostra Asl 21 del tutto indipendente e sovrana, nei limiti della legislazione vigente!
Vogliamo ricordare che la normativa regionale prevede per una provincia che abbia più di 400.000 abitanti ( ed è il caso della Provincia di Alessandria ), l’opportunità di istituire due Asl. In ogni caso la Associazione Nuove Frontiere si riserva in futuro di chiedere ed agire perché la nostra Asl 21 venga ricostituita.
Casale Monferrato, 11/01/2008
Il Consiglio Direttivo della Associazione Nuove Frontiere per la Difesa ed il Rilancio di Casale Monferrato

Documento dell’Associazione Nuove Frontiere sulla SANITA': ASL- Distretto - Ospedale Santo Spirito.

Documento dell’Associazione Nuove Frontiere sulla SANITA': ASL- Distretto - Ospedale Santo Spirito.
Casale Monferrato, 6 novembre 2007
La nostra Asl 21 è stata liquidata ed ha raggiunto nel regno dei defunti, l’archivio notarile, la polfer e tutti gli altri enti ed uffici che è superfluo qui ricordare. La Corte d’Appello appoggiata e dichiarata Istituzione fondamentale da parte dei Partiti Casalesi, non ha percorso neppure un metro del suo possibile iter e sono passati anni. Il Tribunale e la Diocesi fra pochi anni andranno anch’essi nel regno dei trapassati.
Cari Politici Casalesi di centrosinistra e di centrodestra i proclami,le promesse e le esibizioni folkloristiche non servono a nulla. Casale Monferrato è isolata dal resto della Provincia di Alessandria e nulla può fare quando gli interessi delle altre zone non coincidono con i nostri ed anzi quasi sempre divergono. E’ una realtà sotto gli occhi di tutti.
Le responsabilità di tutto ciò saranno discusse in altra sede e in altri momenti. Per adesso indispensabile è: ASL unica con sede a Casale Monferrato come elemento di coesione di tutto il territorio e come del resto promesso ed assicurato. I Sindaci avranno il dovere di sorvegliare che la Sede non diventi l’indirizzo di una scatola vuota e dovranno prestare particolare attenzione alla salute Pubblica. Sarà quindi necessario pretendere un Distretto con forte autonomia economico - gestionale che comprenda tutti i comuni dell'ex ASL 76 chiedere ed ottenere un forte rilancio dell'Ospedale Santo Spirito. Riteniamo questi obiettivi condivisibili da tutti i cittadini del nostro territorio, auspicando pertanto che i nostri esponenti politici sappiano per una volta muoversi in modo unitario ed efficace a favore del territorio che rappresentano.
Per quanto riguarda il Distretto sarebbe sufficiente che venisse recepito, con atto formale della Giunta Regionale e realizzato, quanto ipotizzato nel documento presentato alla Conferenza dei Sindaci del 27 marzo 2007 dall'attuale Dirigenza dell'ASL:
--“"Il primo punto fermo è la scelta di non disgregare il territorio dell'ASL 21, e di mantenere il riferimento al territorio casalese per le realtà dei Comuni di Trino, Moncalvo, Palazzolo"” .
–“”Nell'ambito dell'ASL, il Distretto rappresenta la sede più idonea per il confronto per le autonomie locali e, per la gestione dei rapporti con la popolazione, esso assicura l'espletamento delle attività dei servizi territoriali, nonché delle attività organizzative e di coordinamento del percorso sanitario. Il Distretto, quale articolazione territoriale operativa ed organizzativa dell'ASL, costituisce centro di responsabilità e di autonomia gestionale ed economica".
- Al Direttore del Distretto sono, tra gli altri, attribuiti i seguenti compiti: "Rilevare bisogni di salute, avvalendosi di dati epidemiologici - Programmare le attività e le risorse necessarie per soddisfare i bisogni di salute degli assistiti - Input qualitativi alle strutture di produzione - Rapporti con i sindaci del territorio - Interfaccia con il Responsabile di Presidio (ospedaliero) di riferimento, in particolare per ciò che riguarda le liste d'attesa .".
Per quanto riguarda i rapporti con i sindaci, responsabili della salute della popolazione, si deve pretendere che il Direttore di Distretto presenti loro, all'inizio del mandato, un progetto che deve essere condiviso, ed annualmente illustri il raggiungimento degli obiettivi previsti in tale progetto, sul quale potranno essere proposti aggiustamenti in rapporto a carenze verificate o a nuove necessità sopraggiunte. Sui risultati dovrà essere espresso dai Sindaci parere vincolante per la riconferma del Direttore.
Rispetto all'Ospedale Santo Spirito il recupero del suo ruolo di eccellenza a livello regionale deve iniziare con con:
- L'immediata riqualificazione del Laboratorio Analisi
- La riapertura della degenza pediatrica, incentivo professionale necessario a superare la grave carenza rispetto all'organico dei medici pediatri che mette a rischio la sopravvivenza del Nido e quindi del Reparto Ostetrico.
- L'immediata copertura dell'organico del Servizio di Anestesia e Rianimazione, da anni integrato da collaboratori esterni gettonati, , a garanzia di un'efficace gestione delle emergenze mediche, nonché di un buon funzionamento di tutte le attività chirurgiche. E' poi indispensabile attuare una guardia anestesiologica, anche al fine di attivare finalmente il servizio di partoanalgesia, ormai necessario ad un reparto ostetrico di livello accettabile.
- La riqualificazione strutturale della Divisione Medica, ormai in condizioni assolutamente precarie, con la previsione di un numero di posti letto sufficienti ad evitare la frequente diaspora dei suoi degenti tra i più disparati reparti, con immaginabili conseguenze clinico - assistenziali.
- La dotazione di una palazzina che comprenda un funzionale blocco operatorio, un reparto di terapia intensiva postoperatoria, la rianimazione, l'unità coronaria, il Pronto Soccorso con un'astanteria che consenta di studiare fare un primo trattamento ai pazienti acuti, e conseguentemente di svolgere al meglio il ruolo di filtro richiesto a tale reparto.
- L’istituzione di un vero centro di ricerca sul mesotelioma e non solo un centro di raccolta di casistica clinica( dove altrimenti potrebbe essere effettuata se non nelle nostra città che il primato italiano, forse mondiale, della mortalità per mesotelioma? ). Questo comporta il potenziamento dell’oncologia, della pneumologia, dell’anatomia patologica, con l’assunzione stabile di medici ricercatori, non l’attribuzione di inutili borse di studio di breve durata ( ogni ricerca seria richiede anni di impegno da parte di gruppi di lavoro esperti ed affiatati, in continuo contatto con i più qualificati gruppi di ricerca). Nell’ambito del potenziamento di diagnosi e cura delle patologie respiratorie, sembrerebbe logica l’istituzione al Santo Spirito di un reparto di chirurgia toracica, con riferimento per tutto il quadrante sud-orientale della nostra Regione.
- Il recupero del negativo gap tecnologico subito nell'ultimo decennio dal nostro ospedale, ad iniziare dalla dotazione della risonanza magnetica, presidio diagnostico ormai diffuso e necessario, per continuare con tutte le dotazioni che permettano ai reparti specialistici di funzionare al meglio, restituendo all’Ospedale Santo Spirito la capacità, un tempo evidente, di attrarre validi professionisti dalle migliori scuole mediche italiane.
Queste proposte di rilancio della nostra sanità hanno certamente dei costi: le relative risorse dovranno essere rese disponibili da una reale razionalizzazione della sanità piemontese, che non potrà limitarsi all'accorpamento delle ASL. Il piano sanitario prevede una drastica riduzione dei Distretti: auspichiamo che lo stesso rigore adottato per il numero di ASL valga anche rispetto ai distretti, ma già circolano voci di deroghe al numero minimo di 70.000 abitanti. Da tempo si afferma giustamente che requisito minimo di sicurezza per ogni attività chirurgica in ospedali siano pubblici che privati, sia la presenza di una rianimazione; auspichiamo che tale requisito diventi effettivo. E' ormai assodato che piccoli ospedali con casistica limitata hanno costi molto elevati ed efficacia molto limitata.
La Regione provveda dunque ad una seria razionalizzazione, liberando risorse per consentire l'ottimale funzionamento di quelle strutture che, come il Santo Spirito hanno tutte le possibilità di fornire, come in passato, un servizio ottimale.
Casale Monferrato, 6 novembre 2007
Il Direttivo allargato di NUOVE FRONTIERE
Il Presidente: Gian Carlo Curti

Indulto e sicurezza: Nuove Frontiere al fianco dei sindaci monferrini

Indulto e sicurezza: Nuove Frontiere al fianco dei sindaci monferrini
Casale Monferrato, 19/10/2007
Abbiamo appreso dal Monferrato di martedì scorso che il Sindaco di Camino, Sergio Guttero, a nome di una trentina di Sindaci del Monferrato Casalese, ha indirizzato una lettera al Ministro della Giustizia, al Presidente del Senato ed al Presidente della Camera dei Deputati, criticando a fondo la legge sull’indulto votata la scorso anno dal Parlamento. La Associazione Nuove Frontiere come espressione della società civile, esprime al riguardo il suo consenso.
L’indulto è un istituto che condona in tutto o in parte la pena inflitta o la commuta in un’altra specie di pena. Nel caso avvenuto, l’indulto, oltre ad altri aspetti, ha garantito uno sconto di pena fino a tre sulla pena, elargizione notevole valutando che di esso hanno beneficiato per intero persone che avevano commesso certi tipi di reati ( comunque allarmanti: microcriminalità ) e parzialmente e notevolmente comunque persone che avevano commesso reati gravi o gravissimi.
L’argomentazione fondamentale addotta è stata che mancano le carceri e che l’affollamento di esse creava notevoli problemi in aumento, costringendo altresì i detenuti a vivere in situazioni igieniche non accettabili. Senonchè, detta argomentazione, in uno Stato di Diritto e Democratico quale è ormai da tempo il nostro, non regge neppure alla più benevola considerazione, perché chi governa (ed in generale le forze politiche), deve prevenire ciò che è prevedibile: ed era del tutto prevedibile ed anzi era accertato che le carceri via via si stavano riempiendo negli anni. Se dunque il problema era quello dell’affollamento delle carceri, bastava costruire più carceri ( cominciando ad attivare quelle già costruite ma non adibite ). La legge sull’indulto inoltre, è stata approvata, come si dice oggi, trasversalmente sia da Partiti di maggioranza sia da Partiti di opposizione e questo fatto allarma ancora di più.
Uno Stato moderno e democratico – attraverso la sua classe politica – deve salvaguardare giustizia e sicurezza dei cittadini, garantendo certamente anche condizioni di vita accettabili per i detenuti. Il non prevedere che l’indulto sarebbe stato – nel caso – poco più che un palliativo ( fondate sono le acute, reali, concrete osservazioni critiche sollevate dai Sindaci ) tanto che le carceri si stanno riempiendo notevolmente, oltre di fatto configurare forme di ingiustizia e non di giustizia, è stata una valutazione errata di cui nessuno risponde.
I Sindaci nella loro lettera esprimono timori, preoccupazioni, critiche di fronte al provvedimento di indulto ed alle Istituzioni che l’hanno votato dicendo che essi, “”” ultimo anello della catena istituzionale “, si trovano “” ogni giorno in trincea a dover giustificare scelte governative…, “” alla gente che subisce furti ritrovandosi magari il già condannato libero a distanza di giorni.
Noi di Nuove Frontiere vogliamo dire che essi, Sindaci, non devono affatto essere considerati l’ultimo anello della catena istituzionale, ma se mai il primo e fondamentale perché a contatto con la gente, e che i più alti vertici, a maggior ragione se parlando ed agendo per il bene comune, devono sentire le loro ragioni, le loro valutazioni e le loro critiche perché le stesse sono dai Sindaci verificate giornalmente e concretamente.
Concludono i Sindaci affermando che lo Stato deve agire ed operare “” garantendo soprattutto quegli elettori e quei cittadini corretti che per esso producono e lavorano seriamente. “”
Casale Monferrato, 19/10/2007
Per il Direttivo allargato di NUOVE FRONTIERE per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato
Il presidente Gian Carlo Curti

Occorre valutare la proposta della provincia Federata Casale Vercelli

Occorre valutare la proposta della provincia Federata Casale Vercelli
Casale Monferrato 3 ottobre 2007
Signori Sindaci del Monferrato Casalese - Loro Sedi -
Signori SINDACI,
La Storia di Casale Monferrato e del Monferrato ha abbracciato ben 7 secoli, dal secolo XI fino al 1708 quando la nostra città venne annessa dai Savoia: e pur dopo detta data, la sua elevata importanza perdurò ancora fino al 1923 quando venne soppressa la Corte d’Appello di Casale che estendeva la sua giurisdizione su diverse Province. Fatti e avvenimenti sono noti a tutti.
Nelle “ Cronache Casalesi dal ’48 al ‘900” scritte nel 1967 dal grande monferrino Gabriele Serrafero, si legge a pag. 128:” la perdita della Prefettura era stata un duro colpo alla città che in silenzio aveva accettato il declassamento e la sua soggezione ad Alessandria”. E più oltre a pag. 129: “” La Prefettura di Casale venne soppressa nel 1859 con legge provinciale. Nella rivista del 1984 della Provincia di Alessandria è scritto:”” Fondamentale per l’ordinamento amministrativo di un nuovo stato, fu la legge provinciale firmata da Vittorio Emanuele e dall’alessandrino Avv. Urbano Rattazzi, nella sua veste di Ministro degli Interni e Guardasigilli, il 23 ottobre 1859. Giustamente la legge del 1859 …. e a buon diritto l’alessandrino Urbano Rattazzi, nel bene e nel male, va riconosciuto ispiratore convinto e assoluto protagonista.””
Poiché il declino di Casale da allora è continuato e sta accelerandosi sempre più, la Associazione Nuove Frontiere ritenendo che Casale non possa più ulteriormente riconoscersi nella Provincia di Alessandria, ha scritto la lettera documento sulla Provincia Federata Vercelli-Casale-Chivasso, lettera pubblicata il 21 settembre 2007 sul giornale Il Monferrato.
La Provincia di Vercelli ha i suoi problemi e noi abbiamo i nostri problemi. E’ giunto il momento di sederci ad un tavolo e discutere con i Vercellesi ed in fasi eventualmente successive con i Chivassesi con pari dignità sulla costituzione di una Provincia Federata che tuteli la città di Casale ed il Monferrato Casalese e che quindi sia consona all’importanza che tale nostra zona ha avuto nel passato e che tutt’ora ha: la città di Chivasso fino a pochi anni fa era nella circoscrizione senatoriale con Casale.
Ci rivolgiamo a Voi, Sindaci del Monferrato Casalese, perché la prospettiva della Provincia Federata venga affrontata e discussa e da protagonisti e non in sudditanza come sta avvenendo da sempre con la Provincia di Alessandria. Quanto prima questo avverrà, tanto meglio sarà alfine di poter presentare il nostro Monferrato unito e forte nelle sue proposte e nelle sue richieste quando sarà il momento: ed il momento verrà perché il territorio vercellese ha bisogno del territorio casalese e noi
abbiamo bisogno del territorio vercellese.
Casale Monferrato 3 ottobre 2007
IL DIRETTIVO ALLARGATO di “Nuove Frontiere”, Associazione per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato

Sbrighiamoci a cambiare provincia

Sbrighiamoci a cambiare provincia
Casale Monferrato, 21/09/2007
La Associazione Nuove Frontiere per la difesa ed il rilancio di Casale e del Monferrato, già da tempo attiva e presente con suoi interventi e proposte, nel suo "Statuto" ha indicato degli obiettivi fra i quali e per primo quello dello "Sviluppo di ogni rapporto da prendersi direttamente con città e zone, specie se confinanti, anche al di fuori della Provincia di Alessandria, allo scopo di realizzare le finalità di cui sopra e comunque ogni finalità nell'interesse di Casale Monferrato e del Monferrato".
Da molti decenni ormai si assiste al ridimensionamento sistematico, progressivo, inarrestabile del ruolo della Città di Casale che vede come elemento immediatamente comprensibile, quello della perdita di popolazione rispetto ad altre città della Provincia quali Alessandria, Novi e Tortona.
Casale Monferrato al centro di tre città di provincia (Alessandria, Asti, Vercelli) più forti e che crescono, perderà sempre più quel centro di attrazione che ancora oggi esercita. Nel 1951 Casale era al numero 8 nella graduatoria delle città del Piemonte ed oggi è al numero 14.
Da ultimo, ed oggetto del dibattito in corso, il declassamento del laboratorio analisi presso il nostro ospedale Santo Spirito disposto con deliberazione 3 agosto n. 19-6647 da parte della Giunta Regionale.
Il laboratorio del nostro ospedale, che ad oggi risulta quello che effettua il maggior numero di esami rispetto agli altri laboratori della provincia di Alessandria (ad eccezione, ovviamente, dell'ospedale di Alessandria), risulterebbe così, in prospettiva, classificato di tipo B (quindi con minore volume di esami rispetto a quello di Novi Ligure che passerebbe invece di tipo C e quindi di maggior importanza).
In sostanza l'ospedale di Casale Monferrato, peraltro già da anni di fatto oggetto di riduzioni e contrazioni, ma, nonostante tutto, ancora oggi secondo solo all'ospedale di Alessandria, per quanto riguarda il laboratorio analisi, verrebbe superato dall'ospedale di Novi Ligure classificato di tipo C. Pertanto la collocazione della sede centrale dell'Asl a Casale, apparirà via via come una etichetta sopra una scatola che diventerà sempre più vuota. Perdiamo abitanti, recentemente vi è stata la perdita per la Polfer, abbiamo perso l'Archivio notarile, la Sip telefoni, l'Enel, ecc. ecc. Arriverà senza scampo il turno della Diocesi e del Tribunale.
E' evidente a tutti e non più discutibile che la posizione di Casale Monferrato continua e continuerà ad indebolirsi rispetto alla restante parte della Provincia, rappresentando di essa solo un sesto ed essendo di fatto sempre più isolata e sempre più periferica.
Il caso più eclatante è stata la vicenda sulla Corte d'Appello che ha visto coalizzarsi tutto il resto della Provincia contro l'iniziativa di prospettare e battersi perché la sede fosse posta a Casale, nello straordinario ed unico in sé complesso della Nino Bixio nonostante tutti i Partiti e tutti i Politici di Casale avessero manifestato unanime consenso: è infatti del tutto chiaro che la città di Alessandria non può avere alcuna possibilità al riguardo.
Dunque occorre prendere atto e presto della dura realtà che vede Casale isolata dal resto della Provincia. Del resto la realtà vuole che il resto della Provincia abbia sempre più degli interessi comuni che li distinguono dagli interessi dei casalesi. E' una realtà geografica che sta diventando sempre più ineluttabile e di percezione immediata.
In tale contesto, elemento di grande rilievo è l'interesse sempre più spinto verso il territorio Casalese da parte del territorio Vercellese con la proposta di una nuova Provincia Federata Vercelli-Casale-Chivasso avanzata dall'on. Roberto Rosso e che, a quanto si legge dal giornale il Monferrato nel settore "Comprensorio", avrebbe già l'appoggio del Sindaco di Chivasso.
Occorre dunque attivarsi e subito per favorire questa prospettiva, ricordando che la Provincia di Vercelli ha già dato manifestazione di interessi e di appoggi verso Casale. Ricordiamo infatti la riunione 26 marzo 2004 a proposito della Corte d'Appello in Casale Monferrato svoltasi a Vercelli in Provincia con il presidente della Provincia Renzo Masoero ed i capigruppo dei vari Partiti vercellesi e con una delegazione casalese presieduta dal sindaco Paolo Mascarino: chi vuol leggere il testo del comunicato può cliccare su internet con la dizione "Provincia di Vercelli, Corte d'Appello": la questione Corte d'Appello è tutt'ora aperta.
Il presente comunicato viene inviato anche al Presidente della Provincia ed ai capigruppo provinciali di tutti i Partiti della Provincia di Vercelli con i quali si intende avere prossimamente degli incontri per le discussioni e le analisi del caso.
Casale Monferrato, 21/09/2007
Il presidente Gian Carlo Curti

La Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha indicato nella città di Casale Monferrato la sede dell’ASL provinciale unica

La Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha indicato nella città di Casale Monferrato la sede dell’ASL provinciale unica
“Tanto tuonò che piovve!”. E’ arrivata la notizia che la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha indicato nella città di Casale Monferrato la sede dell’ASL provinciale unica.
Casale Monferrato, 29/06/2007
Orbene se tali scelte hanno una certa logica e devono essere motivate su determinati requisiti e parametri i più possibili oggettivi, bisogna affermare che nella fattispecie lo possono essere.
Infatti, nell’ambito della provincia di Alessandria, la struttura sanitaria più importante come numero di risorse umane e tecnologiche utilizzate é senza dubbio l’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (tralasciando ovviamente l’Ospedale civile SS.Antonio e Biagio con di Alessandria che é Azienda Ospedaliera e quindi azienda autonoma dal resto dei presidi ospedalieri della provincia di Alessandria) e quindi questo aspetto ha maggior rilievo sotto il profilo sanitario rispetto alla semplice circostanza che Alessandria é il capoluogo di provincia.
Pertanto l’indicazione di Casale é pertinente e coerente, semmai ci si può lamentare come tale indicazione sia pervenuta solo ora.
Con tale scelta il ruolo della città di Casale ne uscirebbe rafforzato, potrebbe essere un primo segnale importante di arresto del declino della nostra città e la base di partenza per un suo rilancio graduale.
Aspetto decisivo e fondamentale della scelta della sede della ASL Provinciale a Casale é il mantenimento dell’unità del territorio, con ciò si eviterebbe la disgregazione del territorio del Monferrato Casalese, in cui recentemente si notava qualche piccola crepa.
Come già ben e lucidamente evidenziato anche da codesto giornale,il rafforzamento del ruolo della città di Casale avrebbe ricadute positive su altri fronti, in primis la difesa del tribunale e successivamente il rilancio dell’ipotesi della Corte di Appello..
In tale contesto si potrebbero riprogettare varie iniziative turistiche, storico-culturali, ecc., tese a rendere coeso il territorio, nonché politiche di difesa ambientale.
La situazione che si sta venendo a creare é emblematica nel dimostrare che quando ci si batte decisamente, con l’apporto anche della società civile, determinati risultati si può sperare di ottenere.
L’associazione Nuove Frontiere si ritiene complessivamente soddisfatta di aver sensibilizzato i cittadini casalesi e monferrini, su questo aspetto, e fatto da pungolo e da stimolo alle forze politiche.
Peraltro le perplessità sulle difficoltà di gestione di una unica azienda sanitaria provinciale, che anche questa associazione aveva sollevato, permangono tutte.
Difficoltà legate alla gestione di ben sei ospedali (Casale Monferrato, Valenza, Tortona, Novi Ligure, Ovada ed Acqui), con un organico di personale di circa 4.000 dipendenti, con una popolazione di circa 430.000 assistiti ed un’affollatissima assemblea di sindaci (circa 190 comuni).
D’altronde, sull’ipotesi della sede ASL a Casale, si stanno già levando le proteste alessandrine e di alcune rappresentanze delle zone a sud di Alessandria, zone molto legate e gravitanti prevalentemente su Alessandria e che hanno pochi contatti con la nostra area del Monferrato casalese(...).
Solo per essere chiari, un residente a Novi Ligure ben difficilmente si sposterebbe a Casale per cure ed assistenza sanitaria e lo stesso capiterebbe ad un casalese che non si sposterebbe di buon grado a Novi Ligure.
In definitiva, la soluzione di due aziende sanitarie locali nella provincia di Alessandria potrebbe risultare ancora la preferibile, con il vincolo ineludibile che una azienda abbia la sede a Casale, perchè se ciò non fosse e Casale venisse “scippata”, all’ultimo momento, della sede dell’azienda sanitaria, allora si creerebbero inevitabilmente possibili altri scenari di riposizionamento geografico e riaggregazioni territoriali.
Pertanto l’Associazione Nuove Frontiere invita tutti, dalle forze politiche, ai sindaci quali rappresentanti delle comunità locali, ai singoli cittadini, a vigilare e mobilitarsi fino alla fine, con decisione e senza tentennamenti, ne va del futuro di Casale e del Monferrato.
Casale Monferrato, 29/06/2007
Associazione Nuove Frontiere per la difesa ed il rilancio di Casale e del Monferrato

Storia e Attualità. La Leadership di Casale sul Monferrato

Storia e Attualità. La Leadership di Casale sul Monferrato
Casale Monferrato 13 giugno 2007
Da qualche tempo stiamo assistendo un po’ dovunque a svariate forme di valorizzazione del “ Monferrato “ che prevedono peraltro manifestazioni e convegni relativi ad aspetti parziali e settoriali dovuti principalmente al fatto che le vicende del Monferrato hanno riguardato molti secoli. Peraltro, per diversi motivi, si rende necessario esaminare, studiare ed analizzare il Monferrato anche nel complesso della sua lunga storia centralizzando in Casale Monferrato e, per quanto di interesse, nei Comuni del Monferrato Casalese l’essenza dei grandiosi avvenimenti che lo hanno caratterizzato.
Può essere quindi opportuno riassumere per grandi cenni gli sviluppi storici del Marchesato del Monferrato con riferimento a coloro che governarono il Marchesato. Si possono distinguere tre grandi periodi. Il 1°) periodo dei Marchesi di Monferrato, ramo Aleramici che inizia con Aleramo prima dell’anno 1000 e si chiude con Giovanni I nel 1305. Il 2°) periodo dei Marchesi di Monferrato, ramo Paleologi che inizia con Teodoro I nel 1306 e si conclude con Giovanni Giorgio nel 1533. Il 3° periodo dei Marchesi di Monferrato che inizia nel 1536 con Federico Gonzaga il quale venne così insediato dall’imperatore Carlo V e che si conclude con Guglielmo Gonzaga nel 1575. Prosegue la Casata dei Gonzaga con Guglielmo Gonzaga nominato dall’imperatore Massimiliano II Duca di Monferrato ( il Marchesato divenne Ducato ) per concludersi con Ferdinando Carlo del Casato Gonzaga-Nevers nel 1708.
Dopo tale data il Monferrato venne annesso dai Savoia. La grandiosa storia di Casale continuò però ancora, perché la nostra città fu sede di Corte d’Appello fino al 1923.
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Il Monferrato ha avuto quindi una storia straordinaria che, per durata, ricchezza, intensità, varietà, fascino, ecc. potrebbe occupare lo spazio di una corposa enciclopedia e sicuramente meriterebbe di essere maggiormente valorizzata e divulgata in tutto il mondo. Pochi altri Stati di piccole dimensioni come il Marchesato di Monferrato possono vantarsi di aver influito sulle sorti della Storia e quindi delle popolazioni del Mediterraneo e dell'Europa per tutto il Medioevo ed il
Rinascimento, disponendo tra i suoi Marchesi di veri e propri "Principi illuminati", dotati di elevate capacità di governo, diplomatiche e militari e con legami famigliari con Re e Imperatori.
Sono presenti nell’epoca attuale, vivendo prevalentemente di turismo, piccoli Stati europei esistenti da secoli ma storicamente poco rilevanti, mentre il Monferrato, sotto il profilo storico è poco conosciuto e dal punto di vista geografico è conosciuto solo in modo approssimativo: per Casale, la sua storia potrebbe costituire una notevole fonte di reddito e comportare una attività di tipo primario nella quale i nostri giovani potrebbero trovare sbocchi occupazionali stabili.
Pochi sono a conoscenza, ad esempio,. che il Marchesato di Monferrato nei periodi della sua massima espansione disponeva di vasti possedimenti in ben 12 delle attuali province comprese tra Liguria, Piemonte e Lombardia, esercitando la sua autorità su molti capoluoghi di provincia e di regione, che batteva moneta in diverse zecche e che disponeva di un esercito di 17 mila armigeri effettivi. Il Marchesato quindi era lusingato come alleato, temuto dai nemici ed al tempo stesso conteso dai potenti delle varie epoche.
A questi paradossi (di rimozione e non conoscenza delle proprie radici) si è giunti non a caso, perché troppo a lungo non ci si è curati di studiare la nostra storia, a partire dalle scuole. Il linguaggio monferrino era un’autentica lingua che precedette addirittura il piemontese. Quei valori e quelle conoscenze si sono andate via via disperdendo e si è corso il rischio di perderli per sempre, ma per fortuna ultimamente numerosi storici hanno iniziato ad occuparsi del Monferrato, ed alcune associazioni locali si sono mobilitate in tal senso: citiamo ad esempio il notevole lavoro divulgativo che sta svolgendo il Circolo Culturale "Marchesi del Monferrato", al quale da parte casalese si è aggregato qualche tempo fa il CFA, Centro di Formazione Ambientale Monferrato gestito dal Gruppo Gevam Onlus ed ora anche l'associazione Nuove Frontiere che ha offerto la sua collaborazione per organizzare eventi a livello locale, avendo tra i suoi scopi primari la promozione della storia del Monferrato e del turismo di qualità.
Come Nuove Frontiere, riteniamo che dobbiamo essere fieri della nostra storia, orgogliosi di essere monferrini e che dobbiamo far convergere sforzi, energie e risorse per valorizzare la nostra storia ed il turismo ad esso correlato che non è solo di tipo culturale ma connesso anche alle bellezze paesaggistiche, naturalistiche, architettoniche, ecc..
La città di Casale Monferrato in proposito deve svolgere un ruolo di leadership territoriale che non solo le spetta di diritto ma che non potrebbe essere svolto da altre: molte località che hanno fatto parte del Marchesato si aspettano da tempo che Casale Monf.to prenda una decisa iniziativa in tal senso con persone qualificate e con incarichi finalizzati a tale progettualità.
Finché siamo in tempo, riappropriamoci delle nostre radici e della nostra storia, prima che dall'esterno altri ci fagocitino finendo poi con il far certificare che il Monferrato apparterrà a loro modificando in tal modo la Storia e piegandola ai loro voleri.
In tale direzione va anche considerato il documento dell’Associazione in punto “Archivio di Stato “ pubblicato sul Monferrato del 18 maggio.
Casale Monferrato 13 giugno 2007
Il Consiglio Direttivo della Associazione Nuove Frontiere per la difesa ed il rilancio di Casale e del Monferrato.

Archivio di Stato, Asl, Corte d’Appello, Tribunale

Archivio di Stato, Asl, Corte d’Appello, Tribunale
Casale Monferrato 31 maggio 2007
Venerdì 18 maggio al centro Buzzi, il capo della Procura della Repubblica di Torino dott. Giancarlo Caselli ha tenuto una approfondita conferenza incentrata sul tema della giustizia, presenti il Sindaco Paolo Mascarino, Autorità ed un folto pubblico. Il Dottor Caselli è personaggio notissimo e di grandissimo rilievo ed i suoi interventi sono sempre di attualità e di notevole interesse perché investono uno dei pilastri fondamentali sui quali regge uno Stato e cioè appunto la Giustizia.
Il Dott. Caselli ha anche toccato un tema che a noi casalesi sta particolarmente a cuore: il permanere del Tribunale a Casale. Giustamente “ Il Monferrato” ha dato quindi al suo articolo di martedì 22 maggio pag 3 un titolo adeguato e specifico:”” Caselli: Il Tribunale non chiuderà”“. Il Dott Caselli ha infatti espresso la convinzione che il Tribunale di Casale Monferrato non corra pericolo di soppressione.
Sul questo punto, essenziale per Casale ed il Monferrato Casalese, ci permettiamo di osservare che il Dott. Caselli, purtroppo per noi, non è titolato per fare quelle affermazioni e se le fa, esse sono appunto Sue mere valutazioni, essendo di ovvia evidenza che il permanere di un Tribunale dipende dagli Organi Politico-Istituzionali quali in primis il Governo ed il Parlamento. Il dormire sugli allori chiudendo gli occhi alla diversa e contraria realtà che avanza in modo progressivo e prepotente, ci farà trovare di fronte fra pochissimi anni proprio al problema della soppressione del nostro Tribunale: un esempio specifico e drammatico l’abbiamo oggi con la nostra Asl 21 quando ancora due o tre anni fa tanti, troppi, ai più diversi ed alti livelli politici e non solo politici dormivano sonni tranquilli!
Del resto su “ la Stampa “ di domenica 27 maggio nella pagina Acqui e Val Bormida il Presidente degli Avvocati di Acqui Terme (coordinamento per i Tribuna- li minori ) ha dichiarato che il rischio della chiusura di detti Tribunali è sempre presente. Quello di Casale è infatti un piccolo Tribunale: diciamo la parola “piccoli” e non la parola “ minori” perché anche i piccoli Tribunali svolgono un’attività ed una funzione essenziale.
L’Associazione Nuove Frontiere discuterà e svilupperà dunque presto il tema della difesa del Tribunale di Casale M. e quello a questo legatissimo della istituzione in Casale della 2° Corte d’Appello.
Casale Monferrato 31 maggio 2007
Il Direttivo della Associazione Nuove Frontiere per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato

Sezione di Archivio di Stato, Casale Monferrato lo merita

Sezione di Archivio di Stato, Casale Monferrato lo merita
Casale Monferrato, 16 maggio 2007
Gli Archivi Storici sono i luoghi della memoria ed in essa sono depositati i presupposti sui quali si fonda una identità comunitaria territoriale. Gli Archivi di Stato ricevono in custodia anche i documenti di archivi privati e di enti pubblici.
Da tempo si parla della possibile istituzione di una Sezione di Archivio di Stato a Casale Monferrato per la conservazione dei documenti storici degli Organi amministrativi e giudiziari e di quello che in generale storicamente ha riguardato la nostra città ed il nostro territorio. Si è detto e scritto che il Comune di Casale ha chiesto da tempo al Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali l’istituzione appunto di una tal Sezione.
Poiché da anni si parla di quanto sopra, evidentemente senza esito alcuno, questa Associazione Nuove Frontiere per la Difesa ed il Rilancio di Casale Monferrato ha ora scritto una lettera al Sindaco di Casale Monferrato indirizzandola altresì per conoscenza alla Direzione Generale per gli Archivi a Roma, per conoscere a che punto si trovi la pratica. Infatti non si riesce a comprendere se vi sono ostacoli e quali, visto che la vicenda è pendente da anni.
Nella lettera al Sindaco, questa Associazione ha fatto presente che Casale M. ha tutti i requisiti per poter ottenere una Sezione dell’Archivio di Stato, sottolineando che la nostra città è stata, fra l’altro, sede del Senato del Monferrato, sede del Senato di Casale, sede di Corte d’Appello quest’ultima fino al 1923 e quindi ancora recentemente.
Sempre nella lettera si è ben sottolineato che il Consiglio Regionale del Piemonte ha assunto una deliberazione alla unanimità affinché il Piemonte abbia due Corti d’Appello ( oggi esiste quella di Torino per il Piemonte e la Val d’Aosta ). Si è ancora ricordato che la città di Casale Monferrato si è candidata per la 2° Corte D’Appello individuando il luogo nel grandioso e prestigioso complesso della Caserma Nino Bixio che non ha l’eguali in nessuna altra parte del Piemonte. Gli Archivi di Stato sono presenti nei capoluoghi di provincia e nelle città di importanza storica e Casale Monferrato di Storia ne ha da stravendere!
Il patrimonio casalese è immenso comprendendo documentazione di valore inestimabile perché riguarda la storia del Monferrato in generale e del Monferrato Casalese in particolare fino al 1533 sotto i Palelogi, passato poi ai Gonzaga, duchi di Mantova, con la storia successiva fino al 1923 quando venne soppressa la Corte d’Appello di Casale Monferrato: vi è poi documentazione già esistente in Casale e riguardante l’Archivio Storico comunale e gli archivi provenienti dagli ex-Ipab.
Notevolissima la documentazione relativa all’Archivio Notarile del Ducato di Monferrato (XIII –XVIII) e tutta una serie di documentazioni riguardanti altresì istituzioni ed enti diversi, relative al nostro Monferrato. Una imponente documentazione di grandissimo rilievo data l’importanza che la città di Casale Monferrato ha avuto durante un lungo periodo di secoli.
Detta documentazione si trova disseminata in ambienti disparati, negli Archivi di Alessandria, Mantova, Torino, Milano ed altrove: la Sezione dell’Archivio di Stato di Alessandra in particolare, possiede buona parte del nostro patrimonio e possiede gli archivi privati di numerose famiglie nobili casalesi e monferrine che storia e logica vuole che vengano conservate da noi.
La nostra Associazione si è propone di difendere quanto ancora esistente in Casale ed a tutti i livelli: si richiama, ad esempio, la lettera-documento sull’Asl 21 pubblicata sul Monferrato di venerdì scorso che indica in modo preciso ed efficace come tutelare la nostra Asl. La Associazione si propone altresì con somma determinazione di rilanciare a tutto campo il nostro Monferrato facendo convergere su Casale quanto ad esso appartenente e, nel caso, appunto la ricchissima documentazione storica, mediante la costituzione della Sezione di Archivio di Stato di Casale Monferrato.
Data poi la rilevanza che IL MONFERRATO come marchio storico e marchio territoriale ha ormai assunto a livello internazionale, Casale Mon.to diverrebbe l’archivio di tutto il Monferrato e non solo di quello casalese ed avremmo la collaborazione di tutti gli storici che studiano il Monferrato; riceveremmo poi con il tempo donazioni e concessioni in custodia di documentazione importante e rara da ogni luogo e dinastia monferrina.
Casale Monferrato, 16 maggio 2007
Associazione Nuove Frontiere per il Rilancio di Casale e del Monferrato

DIGA AD ACQUA FLUENTE

C.AL.CA. Comitato Alluvionati del Casalese   02 agosto   2018 Casale Monferrato (AL)   Oggetto : Osservazioni e comment...