mercoledì 29 novembre 2017

La CORSA incomincia









 


Comincia la corsa per ottenere il super laboratorio Dtt – Divertor Tokamak Test per la ricerca sulla fusione nucleare, per ospitare il quale si è candidata la città di Casale Monferrato. Venerdì sul sito internet dell'Enea (www.enea.it) è stato pubblicato l'avviso della selezione (lo riproduciamo in allegato): c'è tempo fino alle ore 12 del 31 gennaio 2018 per inviare le domande.

L'annuncio della selezione pubblica era stato anticipato dal presidente dell'Enea, Federico Testa, in un'audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera lo scorso 17 ottobre sul progetto di fusione nucleare Iter, “per individuare l'area che può offrire le migliori opportunità di localizzazione, assicurando un percorso trasparente e partecipato di manifestazione di interesse da parte delle regioni che intendono candidarsi ad ospitare la Divertor Tokamak Test facility”.

Al momento oltre la candidatura di Casale Monferrato, c'è quella della Regione Emilia Romagna con il lago di Brasimone, nei pressi di Bologna e non è escluso, ora che l'avviso è pubblico, che se ne aggiungano altre.



(La piantina che rappresenta come sarà il laboratorio Dtt - Divertor Tokamak Test)
 

L'avviso pubblico (lo potete scaricare qui sotto alla fine dell'articolo) è interessante e permette di saperne di più su questa struttura di cui molto si discute ma poco si conosce. Ne consigliamo la lettura a tutti, intanto riportiamo i passi salienti.

La candidatura dovrà essere presentata esclusivamente da un ente territoriale – Regione o Provincia autonoma (la Regione Piemonte nel nostro caso, dunque) – che dovrà individuare un'area compresa fra i 4 e i 6 ettari, “adatta ad ospitare anche tutti quei servizi e quelle infrastrutture a sostegno dell'esperimento, dei ricercatori, delle imprese che saranno coinvolti nella costruzione ed esercizio”.


L'area dovrà obbligatoriamente essere messa a disposizione entro il 30 novembre 2018 e, se sarà messa a disposizione prima, questo porterà all'attribuzione di un punteggio maggiore nella graduatoria.



(I tempi di realizzazione dei vari edifici che compongono il laboratorio Dtt - Divertor Tokamak Test)



I tempi? La domanda dovrà essere inviata all'Enea entro le 12 del 31 gennaio 2018. La commissione si prenderà un mese e mezzo per esaminare le candidature, fino al 15 marzo. Dal 15 marzo in poi, dunque, l'annuncio su quale sarà il sito prescelto. Il sito dovrà essere obbligatoriamente consegnato entro il 30 novembre 2018 per cui, poco dopo tale data, inizieranno i lavori. Il bando prevede infine che il Dtt inizi a funzionare sette anni dopo l'inizio del progetto: se Casale Monferrato sarà scelta lo vedremo quindi in funzione all'inizio del 2025.

Per il Dtt sono previsti investimenti pubblici e privati per 500 milioni di euro e l'impiego di oltre 1.500 persone altamente specializzate con ricadute scientifiche, tecnologiche ed occupazionali, oltre al coinvolgimento di istituzioni di ricerca, università e imprese. Al progetto, che sarà realizzato in Italia, contribuirà EUROfusion, il consorzio europeo cui è affidata la gestione delle attività di ricerca sulla fusione nucleare, che ha previsto un  finanziamento da 60 milioni di euro. Ai fondi di EUROfusion si aggiungeranno altre risorse a livello nazionale, tra cui i 40 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dell'istruzione, con delibera Cipe del 3 agosto scorso, e gli altri 40 impegnati dal Ministero dello Sviluppo economico a partire dal 2019, per un contributo da erogare nei quattro anni successivi.  

 

venerdì 24 novembre 2017

UNA POSSIBILITA' DI SVILUPPO PER CASALE

Fusione nucleare. Sarebbe un suicidio rinunciare “a priori”

 
Apprendo con un certo interesse dall’edizione del Monferrato del 17 novembre che è ripreso il dibattito sul progetto DTT, in cui Casale Monferrato è candidata con altre città ad ospitare le sperimentazioni per la fusione nucleare.
Noto che tale iniziativa sta riscuotendo i favori di forze politiche (PD) e di molti parlamentari che sono favorevoli alla candidatura della nostra città. Personalmente condivido pienamente le tesi di fondo dell’articolo dell’Associazione Nuove Frontiere per la Difesa e il Rilancio di Casale e del Monferrato, che in ultima analisi ritiene che ci si debba battere per portare in
porto tale iniziativa, purché sia salvaguardata la sicurezza e la salute dei cittadini. Da articoli precedenti, sembra che tali aspetti sulla sicurezza siano garantiti, in quanto non si tratterebbe di impiantare una centrale nucleare, ne
di lavorare, maneggiare e stoccare materiale radioattivo. Indubbiamente, come già alcuni hanno già fatto rilevare in precedenza, sarebbe opportuno organizzare, preliminarmente, un dibattito/convegno per spiegare ai cittadini,
anche sotto gli aspetti più tecnici, l’iniziativa.
Credo che su progetti di questa ampia portata, il rispetto del principio democratico debba prevedere il diritto al cittadino di una rigorosa informazione.
Spesso in questo paese, in passato, si è informato poco e si sono prese decisioni sulla base dell’emotività, senza dati alla mano.
Questo progetto avrebbe, come diretta conseguenza per la città che sarà in grado di ospitarlo ,una ricaduta di un numero rilevante di posti di lavoro (si parla di 1000/1500, nel medio periodo), oltre a fungere da effetto moltiplicatore,
in grado di generare indotto economico tale da rilanciare l’economia cittadina e dei paesi del Monferrato Casalese, con nuove iniziative industriali, artigianali , commerciali ed anche culturali, in quanto si dovrà collaborare con moltissimi altri paesi del mondo che sono coinvolti in questo progetto, il che vuol dire
intrattenere rapporti commerciali ,economici ,culturali con mezzo mondo; arriveranno folte delegazioni da molti paesi esteri.
Tale evento potrà favorire la ripresa del mercato immobiliare (nella città di Rho, prima dell’insediamento del sito della fiera di Milano, gli immobili venivano “svenduti”, dopo l’insediamento della Fiera i valori sono più che raddoppiati e tale circostanza potrebbe avverarsi per la nostra comunità con il progetto DTT – fusione nucleare).
Sarebbe un suicidio rinunciare “a priori”, però di errori in passato ne abbiamo già commessi.
Abbiamo l’opportunità di ritornare alla grande nel settore metalmeccanico,
riveduto e corretto come new economy: settore metalmeccanico che è stato
un fattore di sviluppo per la nostra comunità fino agli anni ‘80, per poi progressivamente ridursi a poca cosa.
Recentemente, per colmare questo vuoto industriale, si sta puntando molto sul rilancio del turismo; ottima scelta, qualcosa già si inizia ad intravedere, ma occorrerà del tempo prima di avere risultati apprezzabili; comunque bisogna continuare e insistere sulla leva turistica; sviluppo turistico vuol dire anche: sviluppo delle attività enogastronomiche, sviluppo delle attività alberghiere, sviluppo del commercio al dettaglio, ecc.
Casale però non è l’unica candidata, ad ospitare la sperimentazione, ce ne sono altre, tra cui una temibile candidatura è stata avanzata nella regione Emilia Romagna, un sito emiliano che ha già avuto l’appoggio e finanziamenti da parte della regione stessa e di altre (e sappiamo che trattasi di una regione“forte”).
Casale Monferrato con il suo territorio circostante, ha una storia gloriosa, è stata, qualche secolo fa, la vera capitale del Marchesato Paleologo del Monferrato per circa un secolo, prima che i Gonzaga spostassero a Mantova la capitale del Granducato di Mantova e del Monferrato.
Forse questa nuova iniziativa progettuale può contribuire al rilancio della nostra comunità portando benessere generalizzato, si potrà
parlare di un nuovo e moderno “rinascimento” della nostra comunità?
Anche queste però sono scelte che la comunità deve condividere e deve fare proprie.
A meno di pensare ad altre ipotesi e stili di vita.
Proprio pochi giorni fa, su un quotidiano della sanità che ricevo giornalmente, leggevo di una popolazione che si ritiene la più anacronistica del pianeta: gli “Amish”.
Trattasi di una piccola comunità contadina dello stato dell’Indiana
(USA) che sembra uscita da una macchina del tempo ferma a qualche secolo fa, con il loro rifiuto sistematico di tutto ciò che rappresenta il progresso, con i loro abiti dimessi, i loro cavalli e i calessi, con l’uso delle lampade a petrolio in luogo dell’elettricità, con la loro stanzialità (si muovono poco e si sposano solo tra di loro), ecc. in compenso, da recenti studi, si ritiene che
vivano più a lungo.
Anche questo può essere un modello di “decrescita felice”.
È una questione di scelte.
E’ ora che la comunità casalese e il
territorio del Monferrato circostante, come si suol dire si “diano una mossa” e prendano in mano le redini per progettare il proprio futuro.
 
Alberto Riccio
Presidente Comitato Casale Capitale del Monferrato

sabato 18 novembre 2017

FUSIONE NUCLEARE



LETTERA AL MONFERRATO

Fusione Nucleare : Sì o No …Dove ?

Gentile Direttore,

Dopo le lettere dell’ex Sindaco di Trino ,non che compagno di tante battaglie ai tempi del Coordinamento dei Comitati  Alluvionati ,Giovanni  Ravasenga  e di Legambiente – Circolo Verdeblu di Casale vogliamo portare anche un ns.  contributo sul dibattito in merito al Progetto DTT – Fusione Nucleare. Dopo l’annuncio dato a metà dicembre 2016 dal Presidente della ns. Regione Chiamparino che indicava la città di Casale Monferrato e più precisamente il sito Ex Gaiero nel quartiere Oltreponte quale luogo candidato ad ospitare le sperimentazioni  per la Fusione Nucleare   come Associazione Nuove Frontiere abbiamo cercato sin da inizio anno  di organizzare insieme al giornale il Monferrato e con alcuni membri dell’Amministrazione Comunale un convegno/dibattito  in cui venissero illustrati alla popolazione casalese ( e del Monferrato !) i progetti, le previsioni di investimento e occupazionali oltre ad una analisi tecnica dei rischi (ove ve ne fossero ) e delle norme di sicurezza previste. Abbiamo letto più volte sul suo giornale la portata di questo progetto , le previsioni sarebbero di occupare 1500/1800 persone nell’arco di 25 anni e l’investimento per la costruzione del laboratorio consisterebbe in circa 500 milioni di € con evidenti altre ricadute economiche sul territorio che verrebbe scelto. Dalle dichiarazioni rilasciate ai giornali da vari personaggi istituzionali si legge che non vi saranno rischi per l’ambiente , che  non verrà costruita a Casale nessuna centrale nucleare e che a Casale non verranno maneggiati materiali radioattivi . In sostanza si dovrebbe realizzare una parte dell’impianto  sperimentale e necessario per la centrale  già realizzata nel sud della Francia e che partecipa al progetto ITER ( progetto a cui partecipano diverse  nazioni sia europee che di altri continenti tra cui Russia , Cina, India , Giappone e Stati Uniti, progetto che già l’anno scorso aveva raggiunto la ragguardevole cifra di 20 miliardi di dollari !). Ora il progetto ha completato il suo percorso , i fondi sono stati stanziati dal ns. Governo  e l’Europa ha dato il suo benestare  alla candidatura italiana , adesso inizia la “battaglia “ vera e propria tra alcune Regioni Italiane che hanno dato la disponibilità a realizzare l’impianto , oltre al Piemonte sono state avanzate proposte dal Lazio ma  la candidatura forse più forte arriva dall’Emilia Romagna (appoggiata anche dalle regione Toscana ) che avrebbe individuato il sito sul Lago Brasimone deliberando anche un investimento regionale per 15 milioni di € in 7 anni . Anche il Sindaco e la città di Bologna nei mesi scorsi hanno organizzato convegni  e incontri per appoggiare tale scelta.  Perché non si è ancora fatto un convegno/dibattito pubblico su questa grande opportunità per il ns. territorio ?  Se nei mesi scorsi  la “frenata” fatta dall’Amministrazione Comunale casalese può essere da una parte comprensibile   , prima bisognava avere la certezza che i finanziamenti nazionali ed europei fossero confermati ,non si comprende da parte nostra cosa si aspetti ancora   per informare la popolazione interessata almeno tramite un convegno ad alto livello sia tecnico che politico in cui vengano illustrati in modo comprensibile quali siano le potenzialità e opportunità economiche ma anche chiariti eventuali dubbi sulla sicurezza e sull’ambiente . Non vorremmo essere contagiati dal solito “virus” casalese del” tutti contro tutti” , “dei contrari a prescindere”  , del “perché non lo si fa da un’altra parte” ecc. ecc. è inutile ricordare che questo atteggiamento tipico del ns. territorio in tempi passati ma anche recenti ci ha fatto perdere enormi opportunità ed istituzioni, tranne rari casi non siamo capaci di “fare squadra” per raggiungere obbiettivi importanti che riguardano tutta la nostra comunità, per questo dobbiamo prendere esempio da altri territori . La posizione della  Associazione Nuove Frontiere è molto chiara e crediamo in linea con la stragrande maggioranza della popolazione casalese . Casale Monferrato e il suo territorio non possono farsi scappare questa opportunità  economica e di grande sviluppo, bisogna unire tutte  le forze per ottenere questo obbiettivo MA…. contemporaneamente   devono essere illustrati e dissipati TUTTI i dubbi relativi alla sicurezza , alle possibili /eventuali contaminazioni , alla protezione ambientale . Dopo la vicenda Eternit pensiamo che nessun casalese sia disposto a barattare un posto di lavoro con un danno ambientale  o per la salute collettiva . Se esiste un minimo dubbio su questi aspetti  ambientali  crediamo sia meglio rinunciare al progetto . Per questo serve una informazione sollecita,  puntuale , scientifica e comprensibile a tutti.  Come residente nel Quartiere Oltreponte sarei  inoltre curioso di sapere  come  verranno risolti i vincoli urbanistici imposti dalla precedente Amministrazione e che gravano attualmente sull’intero Quartiere , la classificazione urbanistica di Oltreponte con l’ultima  variante PAI è diventata IIIb3 il che significa :

ClasseIIIb3
Aree caratterizzate da potenziali problematiche di natura idraulica e di stabilità dei pendii nelle quali le condizioni di pericolosità morfologica determinano situazioni di rischio non eliminabili e/o minimizzabili a fronte di fenomeni di dissesto a carattere eccezionale nonostante i possibili interventi di riassetto idrogeologico da realizzare a tutela del patrimonio esistente. A seguito della realizzazione di opere di riassetto territoriale sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico, con esclusione di nuove unità abitative e completamenti.
In tale classe ricade l’area urbanizzata a nord del Po compresa tra il fiume la ex S.S. n.31. Si tratta di un’area morfologicamente depressa rispetto a quella immediatamente a ridosso della sponda fluviale e risulta pertanto in posizione molto critica rispetto a possibili eventi di esondazione.

Vorrei terminare citando la parte finale di un articolo sulla fusione nucleare apparso sulla rivista Le Scienze del gennaio 2017 che viene così descritta :

“…..Ma pensiamo al premio potenziale : una fonte di energia che non dipende dai capricci del vento o del Sole coperto dalle nuvole, non richiede grandi cambiamenti alla rete elettrica esistente, non pone il problema delle armi nucleari, non rischia il meltdown (fusione del nocciolo nucleare ) o l’irradiazione delle comunità circostanti e forse, una volta avviata, non sarebbe più costosa di altre forme di energia pulita . Vale la pena di fare qualche altro tentativo ?”

Ringraziando per l’eventuale pubblicazione e sempre disponibili ad ogni confronto porgiamo

Cordiali saluti

Massimo De Bernardi

Associazione Nuove Frontiere per la Difesa e il Rilancio di Casale e del Monferrato

 

DIGA AD ACQUA FLUENTE

C.AL.CA. Comitato Alluvionati del Casalese   02 agosto   2018 Casale Monferrato (AL)   Oggetto : Osservazioni e comment...