Apprendo con un certo interesse
dall’edizione del Monferrato del 17 novembre che è ripreso il dibattito sul
progetto DTT, in cui Casale Monferrato è candidata con altre città ad ospitare
le sperimentazioni per la fusione nucleare.
Noto che tale iniziativa sta riscuotendo i favori di forze politiche (PD) e di
molti parlamentari che sono favorevoli alla candidatura della nostra città.
Personalmente condivido pienamente le tesi di fondo dell’articolo dell’Associazione
Nuove Frontiere per la Difesa e il Rilancio di Casale e del Monferrato, che in
ultima analisi ritiene che ci si debba battere per portare in
porto tale iniziativa, purché
sia salvaguardata la sicurezza e la salute dei cittadini. Da articoli precedenti,
sembra che tali aspetti sulla sicurezza siano garantiti, in quanto non si
tratterebbe di impiantare una centrale nucleare, ne
di lavorare, maneggiare e
stoccare materiale radioattivo. Indubbiamente, come già alcuni hanno già fatto
rilevare in precedenza, sarebbe opportuno organizzare, preliminarmente, un dibattito/convegno
per spiegare ai cittadini,
anche sotto gli aspetti più
tecnici, l’iniziativa.
Credo che su progetti di questa
ampia portata, il rispetto del principio democratico debba prevedere il diritto
al cittadino di una rigorosa informazione.
Spesso in questo paese, in passato, si è informato poco e si sono prese decisioni
sulla base dell’emotività, senza dati alla mano.
Questo progetto avrebbe, come
diretta conseguenza per la città che sarà in grado di ospitarlo ,una ricaduta
di un numero rilevante di posti di lavoro (si parla di 1000/1500, nel medio periodo),
oltre a fungere da effetto moltiplicatore,
in grado di generare indotto economico
tale da rilanciare l’economia cittadina e dei paesi del Monferrato Casalese,
con nuove iniziative industriali, artigianali , commerciali ed anche culturali,
in quanto si dovrà collaborare con moltissimi altri paesi del mondo che sono coinvolti
in questo progetto, il che vuol dire
intrattenere rapporti
commerciali ,economici ,culturali con mezzo mondo; arriveranno folte delegazioni
da molti paesi esteri.
Tale evento potrà favorire la
ripresa del mercato immobiliare (nella città di Rho, prima dell’insediamento
del sito della fiera di Milano, gli immobili venivano “svenduti”, dopo l’insediamento
della Fiera i valori sono più che raddoppiati e tale circostanza potrebbe avverarsi
per la nostra comunità con il progetto DTT – fusione nucleare).
Sarebbe un suicidio rinunciare “a priori”, però di errori in passato ne abbiamo
già commessi.
Abbiamo l’opportunità di ritornare alla grande nel settore metalmeccanico,
riveduto e corretto come new economy:
settore metalmeccanico che è stato
un fattore di sviluppo per la
nostra comunità fino agli anni ‘80, per poi progressivamente ridursi a poca
cosa.
Recentemente, per colmare
questo vuoto industriale, si sta puntando molto sul rilancio del turismo;
ottima scelta, qualcosa già si inizia ad intravedere, ma occorrerà del tempo
prima di avere risultati apprezzabili; comunque bisogna continuare e insistere
sulla leva turistica; sviluppo turistico vuol dire anche: sviluppo delle attività
enogastronomiche, sviluppo delle attività alberghiere, sviluppo del commercio al
dettaglio, ecc.
Casale però non è l’unica
candidata, ad ospitare la sperimentazione, ce ne sono altre, tra cui una
temibile candidatura è stata avanzata nella regione Emilia Romagna, un sito
emiliano che ha già avuto l’appoggio e finanziamenti da parte della regione
stessa e di altre (e sappiamo che trattasi di una regione“forte”).
Casale Monferrato con il suo
territorio circostante, ha una storia gloriosa, è stata, qualche secolo fa, la
vera capitale del Marchesato Paleologo del Monferrato per circa un secolo, prima
che i Gonzaga spostassero a Mantova la capitale del Granducato di Mantova e del
Monferrato.
Forse questa nuova iniziativa
progettuale può contribuire al rilancio della nostra comunità portando
benessere generalizzato, si potrà
parlare di un nuovo e moderno
“rinascimento” della nostra comunità?
Anche queste però sono scelte
che la comunità deve condividere e deve fare proprie.
A meno di pensare ad altre
ipotesi e stili di vita.
Proprio pochi giorni fa, su un
quotidiano della sanità che ricevo giornalmente, leggevo di una popolazione che
si ritiene la più anacronistica del pianeta: gli “Amish”.
Trattasi di una piccola comunità contadina dello stato dell’Indiana
(USA) che sembra uscita da una
macchina del tempo ferma a qualche secolo fa, con il loro rifiuto sistematico
di tutto ciò che rappresenta il progresso, con i loro abiti dimessi, i loro
cavalli e i calessi, con l’uso delle lampade a petrolio in luogo
dell’elettricità, con la loro stanzialità (si muovono poco e si sposano solo
tra di loro), ecc. in compenso, da recenti studi, si ritiene che
vivano più a lungo.
Anche questo può essere un modello di “decrescita felice”.
È una questione di scelte.
E’ ora che la comunità casalese e il
territorio del Monferrato
circostante, come si suol dire si “diano una mossa” e prendano in mano le
redini per progettare il proprio futuro.
Alberto Riccio
Presidente Comitato Casale Capitale
del Monferrato
Noto che tale iniziativa sta riscuotendo i favori di forze politiche (PD) e di molti parlamentari che sono favorevoli alla candidatura della nostra città. Personalmente condivido pienamente le tesi di fondo dell’articolo dell’Associazione Nuove Frontiere per la Difesa e il Rilancio di Casale e del Monferrato, che in ultima analisi ritiene che ci si debba battere per portare in
Spesso in questo paese, in passato, si è informato poco e si sono prese decisioni sulla base dell’emotività, senza dati alla mano.
Sarebbe un suicidio rinunciare “a priori”, però di errori in passato ne abbiamo già commessi.
Abbiamo l’opportunità di ritornare alla grande nel settore metalmeccanico,
Trattasi di una piccola comunità contadina dello stato dell’Indiana
Anche questo può essere un modello di “decrescita felice”.
È una questione di scelte.
E’ ora che la comunità casalese e il
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