lunedì 30 luglio 2012

Il Movimento Progetto Piemonte interviene sul riassetto territoriale del Monferrato riallacciandosi alla proposta di Nuove Frontiere

Il Movimento Progetto Piemonte interviene sul riassetto territoriale del Monferrato riallacciandosi alla proposta di Nuove Frontiere

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index 

Lettera del presidente Massimo Iaretti

Iaretti con l'ex sindaco di Asti Galvagno

Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti torna ad affrontare il tema del riassetto territoriale del Monferrato con questa lettera, che pubblichiamo integralemente:  “Il presidente dell’Associazione Nuove Frontiere Alberto Riccio – scrive Iaretti – affronta il tema dei nuovi assetti territoriali di Casale e del Monferrato con uno spirito propositivo che mi sento di condividere. E fornisce anche alcune indicazioni progettuali come il progetto di un Distretto turistico culturale interprovinciale del Monferrato, che coinvolga le 5 provincie piemontesi nelle quali il Marchesato si etendeva, o come gli Stati Generali del Monferrato proposti proprio l’anno scorso dal Movimento Progetto Piemonte”.

“A questo proposito mi si permetta una precisazione: gli Stati Generali vorrebbero essere un tavolo di lavoro al quale siedano le Amministrazioni del Monferrato Storico (da Chivasso ad Alba, da Acqui a Casale, da Asti a Moncalvo, per citarne alcune), insieme alle forze economiche e sociali ed al mondo dell’associazionismo, agli organi di informazione per scegliere quali possano essere gli elementi per esercitare una azione comune, AL DI LA’ DELL’APPARTENENZA A QUESTO OD A QUELL’AMBITO PROVINCiALE”.
“E dall’incontro dell’idea degli Stati Generali con quella del Distretto dei Vini – “Enolandia” è nata la collaborazione tra MPP e l’allora Sindaco di Asti Giorgio Galvagno che proseguirà anche nei prossimi mesi”.
“La posizione di MPP e di Nuove Frontiere, su questo argomento, non sono dunque in contrasto, anzi mi pare contengano alcuni punti di contatto e di interazione, anche se mi permetto di sostenere che ogni progettualità -  ed in questo sono in perfetta sintonia con l’amico Martinotti Doria - debba avere un respiro più ampio del solo Monferrato Casalese, anche perché il confronto con altre territorialità non potrebbe che essere di beneficio per la zona”. “Per un’operazione del genere lo strumento operativo non deve essere inventato, ma soltanto perfezionato ed è l’Agenzia di Sviluppo. La Città di Casale è l’unica, tra quelle del Monferrato in senso più ampio  ad avere  - sia pure non ancora totalmente operativo – a disposizione un simile organo, per di più a costo zero.  E potrebbe dare a Casale un ruolo se non di primo piano almeno di copartnership nello sviluppo e nella crescita dell’idea, vista al possibile coabitazione con altri centri del livello di Asti e di Alba, che sono avanti a noi anni luce”. 
“Questo punto è stato più volte al centro di conversazioni informali con l’assessore comunale competente Nicola Sirchia che, peraltro, ha sempre dimostrato interesse quanto meno a valutarlo. Resta il fatto, e sono nuovamente in perfetto allineamento con Alberto Riccio, che adesso è ora di ingranare la quinta marcia. Altrimenti Casale ed il Monferrato rischiano davvero di diventare soltanto “una espressione geografica”, peraltro neanche tanto conosciuta. Come MPP faremo tutto quanto sarà nelle nostre possibilità affinché tali idee possano trovare, al più presto, una concretizzazione, convinti che la difesa del territorio non è solo una prerogativa dei Sindaci, ma anche dei Consiglieri Comunali e, soprattutto, dei Cittadini”.

Redazione On Line

sabato 28 luglio 2012

Per il rilancio del Monferrato, serve un'unica identità turistico-culturale

Fonte: Atnews Quotidiano on line della provincia di Asti http://www.atnews.it

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il Castello di Gabiano nel Monferrato casalese

Ho apprezzato molto l’articolo di Giovanni Spinoglio, sindaco di Coniolo, pubblicato sul vostro giornale, edizione del 13 luglio u.s., dal titolo “cari sindaci discutiamo il futuro del Monferrato?” nell’ambito delle politiche del territorio del monferrato casalese.
Articolo pienamente condivisibile, peraltro con spunti e finalità che periodicamente qualcuno ripropone, per poi perdersi o finire in sonno, perché non si è in grado di concretizzare le idee e le belle aspirazioni e quindi gli obiettivi non vengono perseguiti, se non in minima parte ed in misura modesta.
Ad esempio, anche sulla spinta della costituzione del comitato Casale Capitale del Monferrato, annualmente la manifestazione cittadina primaverile, che porta il citato nominativo, è riuscita a coinvolgere un buon numero di comuni monferrini con gazebo, documentazione e prodotti tipici, che pubblicizzano il territorio, i servizi ed i prodotti.
Senz’altro un buon primo risultato, ma occorre andare oltre e porsi obiettivi più qualificanti e continuativi.
Non dobbiamo dimenticare cosa era lo stato del Monferrato (Marchesato prima e Ducato dopo), prima della sua definitiva scomparsa, con l’annessione ai Savoia ai primi del settecento; uno Stato sovrano che dialogava in forma autonoma con gli imperi.
Tornando al tema di fondo sul futuro del Monferrato, mi risulta che solo un paio di anni fa sia stato predisposto un progetto costitutivo di un Distretto Turistico Culturale Interprovinciale del Monferrato.
Una proposta progettuale, di Claudio Martinotti Doria, quale presidente del gruppo Gevam Onlus e coordinatore dell’Accademia Ambientale del Monferrato; si sa che il Claudio Martinotti è, tra l’altro, uno studioso e profondo conoscitore, della storia del Monferrato.
Il progetto, di ampio respiro, tendeva a coinvolgere le cinque province piemontesi, nelle quali per secoli, il Marchesato del Monferrato (poi divenuto Ducato) si estendeva.
Orbene si potrebbe riprendere il progetto (che era stato presentato ad alcuni sindaci e politici locali, ma che era caduto, senza aver avuto un seguito, come peraltro è successo per alcune altre iniziative), migliorarlo ed integrarlo e, magari, inizialmente, ipotizzare di partire, in un ambito territoriale più ristretto il Monferrato casalese, e, successivamente, valutare il progetto in corso d’opera, prima di una sua graduale espansione.
Può essere una proposta, forse una delle poche finora, che potrebbe veramente rilanciare il Monferrato con una unica identità turistico culturale.
Tra l’altro il progetto potrebbe basarsi e trovare l’ausilio delle associazioni e sodalizi culturali locali (l’utilizzo delle risorse della sussidiarietà è fondamentale, per sopravvivere, in periodo di spending review).
Ricordo anche che Massimo Iaretti, aveva a suo tempo lanciato l’idea di riunire e costituire gli stati generali del Monferrato.
Non è escluso che altri sodalizi possano avere altre proposte ed idee per valorizzare il territorio monferrino; se così fosse, è venuto il momento di esternarle e di farsi avanti.
Quanto sopra detto è coerente anche con la stimolante idea di una futura nuova provincia con Asti e Vercelli e Casale capitale (vedasi articolo pubblicato su Il Monferrato del 24/07 u.s.); l’accorpamento con Alessandria priverebbe Asti della sua identità culturale, storica e dei prodotti di eccellenza e guarda caso, molti di questi fattori, sono comuni a Casale.
Visto che su questi accorpamenti territoriali si deve decidere entro agosto, vediamo di non perdere ulteriori treni (ne abbiamo già persi tanti, anche in senso metafisico!) e invitiamo la classe politica locale a farsi parte diligente ed attiva, nel prendere i doverosi contatti istituzionali per essere protagonisti in questa vicenda (il Monferrato casalese raggruppa decina di migliaia di residenti e questi numeri contano per le future aggregazioni).
E’ importante, per il futuro del Monferrato, che finalmente si passi dalle esternazioni e dagli annunci, a fatti concreti.
Alberto Riccio (presidente dell’Associazione Nuove Frontiere per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato)

venerdì 27 luglio 2012

Quale futuro per il Monferrato?


Ho apprezzato molto l’articolo di Giovanni Spinoglio, sindaco di Coniolo, pubblicato sul vostro giornale, edizione del 13 luglio u.s., dal titolo “cari sindaci discutiamo il futuro del Monferrato?” nell’ambito delle politiche del territorio del monferrato casalese.
Articolo pienamente condivisibile, peraltro con spunti e finalità che periodicamente qualcuno ripropone, per poi perdersi o finire in sonno, perché non si è in grado di concretizzare le idee e le belle aspirazioni e quindi gli obiettivi non vengono perseguiti, se non in minima parte ed in misura modesta.
Ad esempio, anche sulla spinta della costituzione del comitato Casale Capitale del Monferrato, annualmente la manifestazione cittadina primaverile, che porta il citato nominativo, è riuscita a coinvolgere un buon numero di comuni monferrini con gazebo, documentazione e prodotti tipici, che pubblicizzano il territorio, i servizi ed i prodotti.
Senz’altro un buon primo risultato, ma occorre andare oltre e porsi obiettivi più qualificanti e continuativi.
Non dobbiamo dimenticare cosa era lo stato del Monferrato (Marchesato prima e Ducato dopo), prima della sua definitiva scomparsa, con l’annessione ai Savoia ai primi del settecento; uno stato sovrano che dialogava in forma autonoma con gli imperi.
Tornando al tema di fondo sul futuro del Monferrato, mi risulta che solo un paio di anni fa sia stato predisposto un progetto costitutivo di un Distretto Turistico Culturale Interprovinciale del Monferrato.
Una proposta progettuale, di Claudio Martinotti Doria, quale presidente del gruppo Gevam Onlus e coordinatore dell’Accademia Ambientale del Monferrato; si sa che il Claudio Martinotti è, tra l’altro, uno studioso e profondo conoscitore, della storia del Monferrato.
Il progetto, di ampio respiro, tendeva a coinvolgere le cinque province piemontesi, nelle quali per secoli, il Marchesato del Monferrato (poi divenuto Ducato) si estendeva.
Orbene si potrebbe riprendere il progetto (che era stato presentato ad alcuni sindaci e politici locali, ma che era caduto, senza aver avuto un seguito, come peraltro è successo per alcune altre iniziative), migliorarlo ed integrarlo e, magari, inizialmente, ipotizzare di partire, in un ambito territoriale più ristretto il Monferrato casalese, e, successivamente, valutare il progetto in corso d’opera, prima di una sua graduale espansione.
Può essere una proposta, forse una delle poche finora, che potrebbe veramente rilanciare il Monferrato con una unica identità turistico culturale.
Tra l’altro il progetto potrebbe basarsi e trovare l’ausilio delle associazioni e sodalizi culturali locali (l’utilizzo delle risorse della sussidiarietà è fondamentale, per sopravvivere, in periodo di spending review).
Ricordo anche che Massimo Iaretti, aveva a suo tempo lanciato l’idea di riunire e costituire gli stati generali del Monferrato.
Non è escluso che altri sodalizi possano avere altre proposte ed idee per valorizzare il territorio monferrino; se così fosse, è venuto il momento di esternarle e di farsi avanti.
Quanto sopra detto è coerente anche con la stimolante idea di una futura nuova provincia con Asti e Vercelli e Casale capitale (vedasi articolo pubblicato su Il Monferrato del 24/07 u.s.); l’accorpamento con Alessandria priverebbe Asti della sua identità culturale, storica e dei prodotti di eccellenza e guarda caso, molti di questi fattori, sono comuni a Casale.
Visto che su questi accorpamenti territoriali si deve decidere entro agosto, vediamo di non perdere ulteriori treni (ne abbiamo già persi tanti, anche in senso metafisico!) e invitiamo la classe politica locale a farsi parte diligente ed attiva, nel prendere i doverosi contatti istituzionali per essere protagonisti in questa vicenda (il Monferrato casalese raggruppa decina di migliaia di residenti e questi numeri contano per le future aggregazioni).


E’ importante, per il futuro del Monferrato, che finalmente si passi dalle esternazioni e dagli annunci, a fatti concreti.

Alberto Riccio (presidente dell’Associazione Nuove Frontiere per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato)

lunedì 16 luglio 2012

Si convochi subito il consiglio comunale rinviato per la mancanza del numero legale

 

Nuove Frontiere: 'Si convochi subito il consiglio comunale rinviato per la mancanza del numero legale'

De Bernardi: 'Riuniamoci entro fine luglio, i cittadini non comprenderebbero ulteriori ritardi'

La lista civica Nuove Frontiere chiede di riconvocare in tempi brevi, entro la fine di luglio, la seduta del consiglio comunale che non si è potuta svolgere mercoledì scorso per la mancanza del numero legale a causa della polemica assenza della corrente ex Alleanza Nazionale, interna al Popolo della Libertà. In una lettera indirizzata al sindaco Giorgio Demezzi, alla presidente del consiglio Grazia Bocca e a tutti i capigruppo (in allegato), il consigliere Massimo De Bernardi ribadisce come "gli argomenti che si dovevano trattare il giorno 11 luglio siano importanti per lo sviluppo e la vita della nostra città, i nostri concittadini non comprenderebbero ulteriori ritardi , a nostro parere esistono gli spazi, i modi e i tempi per poter recuperare entro fine Luglio il Consiglio Comunale che non si è svolto lo scorso mercoledì".
"Diventa difficile – conclude De Bernardi – discutere di interrogazioni e ordini del giorno presentati molti mesi prima e un ulteriore spostamento del prossimo Consiglio Comunale a settembre crediamo NON verrebbe compreso e accettato dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini".

Redazione On Line

DIGA AD ACQUA FLUENTE

C.AL.CA. Comitato Alluvionati del Casalese   02 agosto   2018 Casale Monferrato (AL)   Oggetto : Osservazioni e comment...