giovedì 22 maggio 2008

Documento sulla sanità cittadina – ASL ed Ospedale

Documento sulla sanità cittadina – ASL ed Ospedale
Casale Monferrato 14 maggio 2008
Sulla questione sede ASL in specie, si è scatenata una bagarre che ha assunto i toni di una autentica “farsa”.
Dopo varie sedute, l’assemblea dei sindaci (composta da ben 195 sindaci provenienti dai più lontani lembi della provincia e in rappresentanza di realtà territoriali disomogenee e quindi, in certi casi, molto differenti per non dire contrapposte) non è ancora riuscita a deliberare sulla sede dell’ASL provinciale.
Ovviamente si può anche capire che un cittadino di Ovada non veda di buon grado la sede legale a Casale, perché distante e quindi con un timore (per la verità in gran parte infondato) di dover sobbarcarsi un’ora di autovettura per fare una pratica sanitaria nella nostra città.
Il cittadino ovadese non deve preoccuparsi, infatti gli risponde prontamente l’assessore regionale alla sanità Eleonora Artesio che questa battaglia è fuori luogo, pretestuosa, infatti “è ormai chiaro a tutti che la sede legale rappresenta solo un simbolo” e quindi la sua collocazione non influenzerà in alcun modo la gestione dei servizi.
Allora cittadini casalesi, se la sede legale è solo una targa o, peggio, un “simbolo”, questa Associazione ritorna a rivendicare che si ricostituisca a Casale Monferrato la sede autonoma della ASL (intanto per intenderci: la ex ASL 21 di Casale Monferrato),così come indicato a suo tempo, anche dai 45 sindaci del territorio monferrino (compreso anche il sindaco di Casale Monferrato).
D’altronde la stessa legge regionale piemontese prevede per le province con popolazione superiore a 400.000 abitanti (come per l’appunto la provincia di Alessandria) la possibilità di costituire una seconda ASL, appunto la ASL di Casale Monferrato.
E’ chiaro a tutti, e i fatti lo stanno dimostrando, che un’assemblea di 195 sindaci, che rappresentano realtà anche territorialmente differenti, è ingovernabile ed in ogni caso soggetta a forme di paralisi e di inefficienze e non riuscirà mai programmare alcuna seria politica sanitaria condivisa in tutta la provincia; è facile presumere che il veto incrociato dei sindaci bloccherà di fatto il funzionamento di tale organismo assembleare, con la conseguenza che il nostro territorio sarà sempre più confinato ed emarginato.
In questo quadro generale, l’Associazione Nuove Frontiere è fortemente preoccupata per la sorte dell’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (l’ospedale più importante in termini di risorse umane e tecnologiche della provincia di Alessandria, esclusa l’azienda ospedaliera San Antonio e Biagio di Alessandria).
Chi frequenta l’ospedale non può non respirare un senso di graduale disinteresse quasi “abbandono” che si percepisce, forse accentuato da un certo pessimismo che aleggia, parlando con alcuni operatori.
Devono ancora essere coperti i posti di primario nelle divisioni di Medicina, Cardiologia (e scusate se vi pare poco!), sono altresì vacanti i posti di primario in Dermatologia e Neuropsichiatria Infantile, la degenza di pediatria è ancora chiusa(nonostante che il numero dei nati nella ns.città sia superiore a quello di altre città della provincia), manca ancora l’apparecchio di Risonanza Magnetica Nucleare, tra non molto dovrebbe rendersi vacante il posto di primario di Laboratorio Analisi (a proposito vi ricordate il “golpe” estivo regionale di declassamento del laboratorio Analisi, a cui ha fatto seguito la ferma protesta dei primari ospedalieri?), e l’elenco potrebbe continuare.
Si sente parlare anche di un possibile depotenziamento dei servizi sanitari territoriali.
Non si sono ancora aggregati i servizi amministrativi (l’unica ASL provinciale aveva come logico corollario, anche di risparmio economico e di contenimento dei costi, la concentrazione di alcuni servizi).
Sulla base delle considerazioni fin qui fatte l’associazione Nuove Frontiere rivendica il ritorno dell’ASL autonoma di Casale Monferrato, in conformità al dettato normativo regionale che prevede la possibilità di costituire la seconda ASL nella provincia di Alessandria:ritorno del resto quanto mai necessario, visto che vi sono realtà territoriali extra provincia, come le zone di Moncalvo e di Trino Vercellese, che, con il tempo si finirebbe di perdere.
Se si riuscirà ad arrivare a questa soluzione, già in questa legislatura regionale bene, in caso contrario il tema sarà riproposto in modo chiaro e deciso alla popolazione in occasione delle prossime elezioni amministrative locali e regionali.
Sappiamo quali sono le forze politiche cittadine, che hanno commesso, secondo noi, un grave errore, nell’affossare l’ASL 21 di Casale Monferrato ed abbandonarla al suo destino e di questo, quelle stesse forze politiche ne risponderanno agli elettori casalesi, tra non molto.
A meno che, sul tema non si cambi idea e ci si ravveda, fatto possibile anche in politica e si crei quella auspicabile “compattezza capace di superare gli steccati politici”, così come sostiene il direttore del Monferrato, nel suo commento ad un articolo, nell’edizione del 9 maggio u.s.
Forse è ora di lavorare tutti insieme per fermare il declino e rilanciare la città di Casale Monferrato
In conclusione questa associazione vuole rivendicare con fermezza la ricostituzione dell’ASL di Casale Monferrato
“Nuove Frontiere”, Associazione per la Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato

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