Questo testo (leggermente ridimensionato) è stato pubblicato su Il Monferrato di venerdì 13 marzo 2009 a pag. 15
Vorrei raccontarvi un episodio riguardante il nostro Monferrato di cui sono stato testimone e che ritengo sia piuttosto significativo per noi casalesi, dei rischi che stiamo correndo, ai quali dovremmo reagire se non vogliamo subire ulteriori gravi ripercussioni.
Mentre partecipavo ad Alessandria a un seminario sulla promozione del turismo, il docente chiese ai partecipanti di fare delle proposte su come si potrebbe sviluppare il turismo nel capoluogo. Ho colto l'occasione per affermare che tutto poteva andare bene tranne "promuovere il Monferrato", cui Alessandria non è mai appartenuta, non è mai stata capitale né residenza marchionale, anzi è stata nemica storica permanente, e quindi non aveva alcuna giustificazione storico-culturale e morale accostare Alessandria al Monferrato come si stava facendo da alcuni anni ... questo in parte il senso del mio intervento, fatto con moderazione, garbo e ironia.
Il direttore del corso, che era presente per supervisionarne l'andamento, di fronte al consenso che con il mio intervento stavo raccogliendo tra i partecipanti, non ha trovato niente di meglio che affermare:
"Il Monferrato è di chi se lo piglia!",
... L’affermazione che vi ho riferito è rappresentativa di un atteggiamento intriso di arroganza e incompetenza, che alimenta la mentalità di coloro che stanno dietro a questo processo di appropriazione indebita del Monferrato e sottolinea l'indifferenza e/o l'impotenza dello schieramento partitico Casalese e di coloro che si sono professionalmente posti al loro servizio. Questa frase infelice e sprezzante è talmente espressiva e violenta da destare gli animi assopiti e passare alla storia locale, come quella attribuita a Maria Antonietta (storicamente non provata ...) che sollecitata a proposito del popolo affamato, anziché occuparsene seriamente avrebbe detto: "Che mangino brioche!". Sappiamo tutti come andò a finire!
Il bene più prezioso che una comunità locale possiede è la propria libertà ed autonomia, la quale dipende anche dalla consapevolezza della propria identità, se essa è defraudata e depauperata, se estranei se ne appropriano cercando di fagocitarla, la comunità stessa rischia di perdere la libertà, che non ha saputo conservare e proteggere. Noi casalesi siamo "Monferrini DOC" e pertanto non possiamo che sentirci offesi da una simile frase e dell'atteggiamento che rivela, e invito ognuno di Voi a divenire testimone indiretto di questo episodio e del rischio che ne deriva se non sapremo fare fronte comune di opposizione per difendere la nostra dignità di monferrini, riprendendo la leadership politico territoriale che ci spetta storicamente e culturalmente.
In conclusione anche quando la politica partitocratica occupa tutti i gangli del potere, non può comunque impedire alla società civile di manifestare le sue potenzialità, come la crescita dell’Associazione Nuove Frontiere ha potuto dimostrare e dimostrerà ancor più alle elezioni, man mano che crescerà la consapevolezza. Nuove Frontiere è l'unica vera difesa e prospettiva di recupero di cui disponiamo come casalesi e come monferrini.
Claudio Martinotti http://www.cavalieredimonferrato.it
Consigliere dell’Associazione Nuove Frontiere, perla Difesa ed il Rilancio di Casale e del Monferrato
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